Centro Lanzino: sospese attività per lavori senza preavviso
Regione Calabria avvia ristrutturazione senza informare il centro

Il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza è stato costretto a sospendere le proprie attività a causa di lavori di ristrutturazione avviati senza preavviso dalla Regione Calabria. La decisione, definita irresponsabile, ha lasciato la struttura senza corrente elettrica e riscaldamento, impedendo di fatto il supporto alle donne vittime di violenza.
La protesta del centro diffusa attraverso i social: “Il CAV non si tocca”
L’accaduto ha scatenato un’ondata di indignazione tra le volontarie e la comunità locale. Il centro ha diffuso un comunicato forte e chiaro:
“Senza avviso. Senza rispetto. Senza alcuna cura per le donne. Il CAV ‘Roberta Lanzino’ è stato lasciato senza corrente e riscaldamento, costretto a interrompere il supporto a chi fugge dalla violenza. Una decisione irresponsabile della Regione che mette a rischio un servizio importante per la nostra comunità.”
La richiesta è chiara: le volontarie e le associazioni coinvolte chiedono risposte immediate e una soluzione concreta che possa garantire la continuità del servizio. Inoltre, pretendono un piano che assicuri la stabilità futura del Centro Antiviolenza, per evitare che situazioni simili possano ripetersi. Per dare voce alla protesta, è stata organizzata un’assemblea pubblica che si terrà il 12 febbraio 2025 alle 16:00, alla quale parteciperanno associazioni e cittadini pronti a mobilitarsi.
Antonella Veltri: “Nessuna risposta alle nostre PEC”
Antonella Veltri, membro del Consiglio direttivo del Centro, ha denunciato la totale assenza di comunicazione da parte della Regione:
“Solo stamattina, dopo che la notizia della conferenza stampa si è diffusa, ho ricevuto telefonate per tranquillizzarci. Ma nessuno ha mai risposto alle nostre PEC, la prima delle quali inviata lo scorso ottobre.”
Nonostante la disponibilità del Centro ad avviare un crowdfunding per finanziare autonomamente i lavori, la Regione non ha ancora fornito alcuna autorizzazione ufficiale.
Un servizio pubblico interrotto e la Prefettura allertata
Il Centro, attivo h24 con 15 volontarie, è parte del circuito nazionale del numero antiviolenza 1522, garantendo assistenza immediata alle donne in pericolo. L’interruzione delle attività ha quindi generato un grave disservizio pubblico, notificato immediatamente alla Prefettura di Cosenza.
A peggiorare la situazione, da venerdì scorso lo stabile è rimasto senza luce, causando ulteriori disagi. Il materiale custodito all’interno della struttura, tra cui documenti sensibili, faldoni e computer contenenti dati riservati delle donne assistite, è stato messo a rischio dall’assenza di corrente elettrica, compromettendo la tutela della privacy delle vittime.
Solidarietà dalla CGIL e mobilitazione cittadina
Nel corso della conferenza stampa, alla quale hanno partecipato cittadini e associazioni locali, la CGIL di Cosenza ha espresso solidarietà al Centro, offrendo temporaneamente alcuni locali per ospitare il servizio.
Tuttavia, come ribadito da Antonella Veltri, questa soluzione non risolve il problema principale. Se la Regione intende procedere con i lavori, deve fornire una risposta ufficiale e scritta, specificando tempistiche e soluzioni alternative. Una comunicazione chiara e una pianificazione concreta sono indispensabili per garantire la continuità del servizio. Senza un intervento tempestivo e strutturato, la sospensione delle attività potrebbe trasformarsi in un ulteriore atto di violenza istituzionale nei confronti delle donne.
La luce riattivata dopo la protesta: “Siamo sconcertate”
A margine della conferenza, un operaio è intervenuto per riattivare la corrente elettrica nello stabile. Un gesto che ha lasciato le volontarie sconcertate e ancora più determinate a chiedere risposte concrete.
La mobilitazione continua: il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino non si tocca.