Coronavirus: Da nord a sud crisi degli albergatori
Meno turisti e meno viaggi di lavoro: le conseguenze del coronavirus, come prevedibile, hanno colpito anche il settore alberghiero. Le presenze nelle principali città italiane sono calate in modo drastico, tanto da far crollare la richiesta di stanze negli hotel.
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, si è preso come campione il periodo che va dal 21 febbraio al 2 marzo 2020 rispetto a quello del 2019 e negli hotel di Milano si registra un -64,5%, a Venezia un -50,6%, a Roma un -36,1% e a Firenze un -35,8%. Numeri che stanno costringendo alcuni alberghi a chiudere temporaneamente i battenti. Perché in certe condizioni sarebbero più le spese che i ricavi. A Milano se ne contano già quattro, a Venezia una trentina mentre a Roma ce ne sarebbero 15 pronti a prendere la stessa decisione già nelle prossime ore. “In alcuni casi si lavora con il 4 o 5% del fatturato dello scorso anno, ma le spese rimangono. Non conviene tenere aperto”, spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi
L’allarme arriva anche da Franco Falcone, titolare di Buone Vacanze che gestisce diverse strutture ricettive nel nostro Paese. “Leggiamo in queste ore che il Governo sta preparando un decreto che prevede agevolazioni per le imprese, tra cui quelle turistico-ricettive - afferma -. Siamo molto preoccupati perché sentiamo parlare di agevolazioni per gli albergatori proprietari delle strutture ma non per i gestori”.
Falcone continua: “Circa metà delle strutture alberghiere in Italia è gestita da persone che pagano l’affitto. In queste settimane noi l’affitto continuiamo a pagarlo, gli incassi si sono quasi azzerati. Se non riusciamo ad avere un aiuto dallo Stato, nel giro di due mesi molti di noi falliranno”. E avanza una richiesta specifica al governo italiano. “Chiediamo soluzioni concrete e immediate. Vediamo due possibilità: il riconoscimento del mancato guadagno attraverso un contributo diretto o attraverso un credito d’imposta; l’altra possibilità potrebbe essere l’eliminazione dell’acconto IMU di giugno per i proprietari, vincolato ad un taglio del pagamento dell’affitto per i gestori che hanno avuto perdite per oltre il 50%. Senza sostegno le nostre aziende sono a un passo dal fallimento”.
Roma. Nella Capitale, riportano fonti di Federalberghi, diversi hotel stanno chiudendo alcuni piani della propria struttura, senza fermare del tutto l’attività. Ci sono poi almeno 15 alberghi pronti a chiudere subito. I titolari sono in attesa di sapere quali provvedimenti saranno presi la prossima settimana dal governo. Si tratta tuttavia di un numero destinato ad aumentare se la situazione non prenderà una nuova, positiva evoluzione.
Milano. Nel capoluogo lombardo già quattro hotel hanno deciso di chiudere temporaneamente. Si tratta degli Hotel dei Cavalieri, Hotel Senato, Hotel Manzoni, Mice. E i ricavi nell’intero mese di febbraio segnano un -22,3 milioni.
Venezia. La situazione non è di certo migliore in laguna. A Venezia infatti sono state chiuse - sempre temporaneamente - una trentina di strutture, tra hotel e affittacamere. Per gli alberghi si tratta di categorie alte e medie.
Fonte Arrivederci Hotel