Dazi: Bellanova, rafforzare in Usa promozione made in Italy
''Non possono essere l'agricoltura e l'agroindustria italiani a pagare i dazi di Trump con il rischio concreto di danni per 500 milioni di euro, dopo aver già subito 1 miliardo di perdite per l'embargo russo e mentre sappiamo di dover temere l'effetto Brexit". Così la ministra delle Politiche Agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova intervenendo alla "Cabina di Regia sull'Italia internazionale" presso la Farnesina.
"Accanto alla diplomazia", ha proseguito la ministra Bellanova, "vanno rafforzate le azioni di promozione e comunicazione verso i consumatori americani e di altri mercati perché i consumatori, anche quelli stranieri, sono i nostri migliori alleati. Una priorità che ci deve accompagnare nei prossimi mesi e durante l'intero prossimo anno e che deve riservare, nelle missioni di sistema e negli appuntamenti chiave come il G20 e Expo Dubai, un'adeguata attenzione al rafforzamento dei sistemi agricoli, alla promozione delle nostre filiere, del nostro sistema "Agri-food", come modello di coltivazione, produzione e consumo del cibo "sostenibile, di alta qualità e tecnologicamente avanzato".
“La promozione all’estero”, ha detto la Ministra Bellanova, “deve rappresentare una componente centrale delle politiche pubbliche per valorizzare e difendere i nostri prodotti ed il nostro know-how di eccellenza dalle imitazioni, dal costante plagio che colpisce, oggi più che mai, la loro commercializzazione a livello internazionale.
Il Piano straordinario per il Made-in-Italy del prossimo anno dovrà prevedere azioni rafforzate a difesa delle Indicazioni Geografiche e della proprietà intellettuale agro-alimentare. Anche per questo ribadisco l’enorme rilevanza strategica, sui mercati europei e internazionali, del contrasto a tutte quelle forme di etichettatura nutrizionale che penalizzano ingiustamente i prodotti italiani, soprattutto le DOP/IGP. Marchiare come dannose per la salute le eccellenze della Dieta Mediterranea non è soltanto paradossale, considerato come il prodotto italiano si distingua proprio per la qualità degli ingredienti e della lavorazione nonché per l’intensità dei controlli cui è sottoposto: è estremamente dannoso per il nostro export agro-alimentare ed è scorretto rispetto alle regole del commercio. Non possiamo accettare che i consumatori stranieri trovino un bollino nero o un semaforo rosso sull’olio extravergine d’oliva, come se fosse nocivo per la salute, mentre l’olio di colza sarebbe da preferire perché etichettato con colori o simbologie rassicuranti.
Questi punti, ritengo, dovranno caratterizzare in modo forte la programmazione delle attività nel 2020 e in questa ottica assicuro già il mio impegno a convocare quanto prima il Tavolo agro-alimentare come utile strumento per dare seguito operativo a questa Cabina di Regia”.
ANSA