Il diploma che permette ai detenuti di reintegrarsi in società: il progetto Lions con Fenailp al carcere di Castrovillari
Un progetto che consente ai detenuti di approcciarsi nel modo migliore al lavoro, una volta scontata la pena. E’ questo lo scopo dell’iniziativa del Lions club cittadino, in collaborazione con la casa circondariale “Rosetta Sisca” della città del Pollino e la Fenailp costruttori, che vuole trasformare i detenuti in operatori per la realizzazione di opere murarie e impermeabilizzazione.
Secondo recenti indagini, il lavoro consentirebbe al soggetto detenuto di avere un futuro, non ricadendo in condotte criminali, e di reinserirsi nella società. Proprio in relazione a questa analisi è nato il progetto presentato questa mattina al Jolly Hotel di Castrovillari che prevede, al termine del percorso, un attestato di formazione che certificherà l’abilitazione al lavoro e con il quale, una volta fuori dal carcere, i detenuti potranno inserirsi più facilmente nella società e ricominciare una vita retta e onesta.
S tratta di 240 ore, di cui 160 di teoria e 80 di pratica condotte tutte all’interno del penitenziario che renderanno autonomi i soggetti interessati.
“Abbiamo offerto un sogno che speriamo di concretizzare – ha dichiarato il direttore del penitenziario di Castrovillari, Giuseppe Carrà - dando la possibilità ai soggetti detenuti di avere un attestato valido ad ogni effetto di legge. Questi soggetti, alla scarcerazione, avranno un titolo in mano da poter spendere nel mercato del lavoro, che oggi è sempre più esigente e che, soprattutto nel settore edilizio, è purtroppo carente di personale. Disegniamo così un futuro possibile con questo strumento – ha concluso Carrà - che diventa un ponte verso l’esterno, da spendere durante e dopo la detenzione”.
“Abbiamo il dovere di ricostruire la dignità di quei fratelli che sono meno fortunati di noi – ha dichiarato il presidente dei Lions, Luigi Postorivo – Questo progetto permetterà loro di reinserirsi nella società, il vero problema di chi vive l’esperienza del carcere. Dobbiamo quindi difenderli aiutandoli col lavoro, perché è il lavoro che costruisce la dignità di un uomo”.
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