Coronavirus: dl, cancellato il limite di 7 giorni di validità delle misure delle Regioni
E' in totale di sei articoli il decreto "lockdown" con cui il governo uniforma i precedenti Dpcm
sulle misure restrittive per il Coronavirus, alzando le sanzioni
pecuniarie per chi viola i divieti. E, nell'ultima versione del
decreto, quella che a breve sarà pubblicata in Gazzetta
Ufficiale, si dà, di fatto, maggiore libertà di azione alle
Regioni: sparisce, infatti, il limite di sette giorni - e quello
dell'ok del governo entro 24 ore dall'entrata in vigore - per
le misure che, eventualmente, i singoli governatori ritengano di
voler mettere in campo su una parte o sull'intero territorio
regionale. I sindaci, invece, "non possono adottare, a pena di
inefficacia, ordinanze continuabili e urgenti in contrasto con
le misure statali o eccedendo alle restrizioni previste dallo
stesso decreto. Al comma 1 dell'articolo 3 del decreto, quindi,
si dà possibilità alle singole Regioni, "in relazione a
specifiche situazioni di aggravamento del rischio sanitario
verificatesi nel loro territorio o in una parte di esso, di
introdurre misure ulteriormente restrittive", tra quelle
elencate nell'articolo 1 del testo. Misure che possono essere
attuate "esclusivamente nell'ambito delle attività" di
competenza delle regioni, E senza incisione delle attività
produttive e di quelle di rilevanza strategica per l'economia
nazionale", si legge nel decreto. Sparisce, invece, la
possibilità per i singoli governatori di "sospendere" le
restrizioni previste dal decreto legge. Restrizioni che, nella
versione finale del testo, sono confermate: dal divieto di
assembramenti al divieto assoluto di uscire per i positivi,
dalla sospensione di qualsiasi evento culturale, sportivo e
religioso alle limitazioni anche per le attività all'aperto.
Confermata anche l'entità delle sanzioni per chi viola le
restrizioni: si va da 400 a 3mila euro, con raddoppio
dell'ammenda per i recidivi.