“Sono sconcertato, addolorato e intristito. È inaccettabile che i migranti
rifiutino il cibo con la violenza, mentre migliaia di calabresi, che noi
stiamo comunque aiutando, non hanno nemmeno un euro per entrare nei
supermercati.

In meno di 12 ore avevamo creato una catena di solidarietà  con la
Protezione Civile Regionale, i Comuni, la Caritas, le aziende e i privati.
Abbiamo provato ad allestire una cucina da campo in grado di fornire mille
pasti caldi al giorno per soddisfare, non solo le esigenze degli occupanti
della tendopoli, ma di quelli sparsi su tutto il comprensorio della Piana.
Purtroppo, i migranti non hanno gradito. Gli operatori della Protezione
Civile Regionale e i volontari non hanno avuto neanche il tempo di
allestire la cucina. Con i mezzi carichi di viveri, pronti per essere
cucinati, sono stati costretti ad abbandonare la tendopoli su invito della
Polizia di Stato, che non avrebbe potuto fermare i disordini. Ho già
sentito il Prefetto di Reggio Calabria, con il quale condividiamo lo stesso
rammarico, e lavoreremo insieme per tenere la situazione sotto controllo.
Non accetto che un solo migrante abbandoni il campo o si sposti senza
rispettare le regole che tutti INDISTINTAMENTE  siamo tenuti ad osservare.
Loro non sono esenti.

Avevamo privilegiato la situazione dei migranti della Piana per evitare
disordini e strumentalizzazioni, per consentire loro una vita quantomeno
umana, ma non è stato possibile. Il sindaco Andrea Tripodi mi è testimone.
Sconcertato, tanto quanto me. Nonostante la sua appartenenza politica sia
lontana anni luce dalla mia, oggi condividiamo la stessa tristezza e la
medesima amarezza.

Ora è il tempo dei calabresi! Sto approntando un piano per aiutare le
famiglie in difficoltà. Piegati dal fermo voluto dal Governo a causa del
coronavirus.  È vergognoso che la gente muoia di fame e loro rifiutino il
cibo. Non è questo il modo di rispondere ad un’offerta umanitaria.”