Anni di molestie, di torture psicologiche, di parole volte a intimidire e destabilizzare la vittima: la Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato la sentenza emessa nei confronti di un 65enne cosentino, data l’11 ottobre 2018 dal Tribunale di Cosenza, in riferimento alla denuncia da parte dell'ex-moglie di violenze e minacce prolungate nel corso del matrimonio e a seguito della separazione.

Secondo l'accusa, la donna subiva ripetutamente offese e insulti a danno della sua persona. "Sei una pu****a, sei una donna inutile, sei un'ignorante": sono solo alcune delle frasi vessatorie volte a intimidire la vittima, che, a seguito della separazione con il 65enne, ha iniziato ad accusare minacce di morte con annessi episodi di violenza, nonchè azioni persecutorie e pedinamenti che limitavano la libertà della donna.

Da quanto riportato dal Corriere della Calabria, l'uomo avrebbe rivolto all'ex-moglie «frasi fortemente intimidatorie, minacciandola ripetutamente di morte, la aggrediva reiteratamente, percuotendola con particolare violenza, la offendeva continuamente con pesanti insulti e frasi ingiuriose»

Gli episodi più agghiaccianti riguardavano quelli caratterizzati da scene di inaudita violenza, come quanto accaduto durante la festa di compleanno di una delle figlie. In tale occasione, l'uomo avrebbe aggredito la donna in un primo momento con frasi offensive, per poi schiaffeggiarla e tentare di strangolarla.

La gravità degli episodi erano evidenti anche durante il matrimonio. La donna accusava, nel periodo della separazione, violenti litigi. In uno di questi, l'ex-marito le avrebbe afferrato e girato il braccio, fratturandogli il polso, per poi continuare a minacciarla e intimidirla di stare attenta perché lui l'avrebbe sempre controllata.

La condanna prevista per l'uomo è quella di otto mesi di reclusione, nonché il pagamento delle spese di difesa sostenute dalla parte civile.