Nel nome della lotta all’evasione si prepara un progetto di semplificazione che potrebbe rendere meno complicato l’utilizzo dei pagamenti elettronici anche alle fasce di popolazione meno in confidenza, come ad esempio i più anziani. Si chiama «carta unica» il progetto allo studio del Governo ed è il sottosegretario al ministero dell’Economia, Alessio Villarosa (M5S), ad anticipare al Sole 24 Ore che cosa conterrà e come funzionerà. In pratica sarà una tessera che svolgerà più funzioni e che potrà anche essere utilizzata per pagamenti elettronici.




Dalla tessera sanitaria alla carta d’identità
Il progetto è quello di accorpare tutta una serie di documenti che ora sono divisi in tessere o documenti diversi. «Sarà una vera rivoluzione: la carta unica - spiega Villarosa - avrà carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e possibilità di attivare in conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale» .





LE ALTERNATIVE AL CONTANTE

Gli strumenti di pagamento diversi dal contante nel 2018. Tra parentesi la variazione % sul 2017 - Fonte: elaborazione su dati Banca d’Italia




LE ALTERNATIVE AL CONTANTE


Un’operazione simile richiede un lavoro di messa a punto sotto vari aspettti. Il primo da un punto di vista tecnologico. «Stiamo al momento lavorando sul layout - continua Villarosa - perché deve garantire gli standard internazionali sui quali ci si è accordato con gli altri Paesi ma siamo certi troveremo la quadra». Poi, c’è un aspetto non secondario che è quello del rispetto della protezione dei dati personali perché si concentrerebbero tutta una serie di dati sensibili in un’unica tessera.















La capillarità della distribuzione
Nel dibattito che si è aperto negli ultimi giorni sull’impulso ai pagamenti tracciabili per ridurre l’utilizzo del contante in chiave antievasione, la «carta unica» potrebbe essere una sorta di «killer application» perché raggiungerebbe tutti e in tutta Italia e allo stesso tempo concentrebbe in sé una serie di funzioni: dall’utilizzo per visite sanitarie e farmaci (tra l’altro la tessera sanitaria già oggi contiene il codice fiscale di ogni cittadino) all’accesso per i servizi delle pubbliche amministrazioni.


L’obbligo per le Pa di accettare i pagamenti elettronici
Un progetto che si inserisce in uno scacchiere più ampio di mosse per spingere ulteriormente la moneta elettronica. Oltre al sistemi di incentivi fiscali su cui si sta studiando per esercenti e consumatori (come spiega Il Sole 24 Ore in edicola venerdì 20 settembre), la carta unica consentirebbe di procedere in modo meno indolore e più rapido all’introduzione dell’obbligo per la Pa di accettare solo pagamenti elettronici. In molte città gli sportelli dell’anagrafe già oggi accettano pagamenti solo elettronici e l’obbligo potrebbe essere generalizzato a tutta la Pubblica amministrazione, incluse le società che forniscono servizi pubblici.







Il taglio delle commissioni
Sul binario parallelo correrebbe anche il taglio delle commissioni, ossia dei costi a carico di chi accetta pagamenti con strumenti elettronici. L’obiettivo è sottoscrivere con Abi un protocollo a cui dovrebbero aderire sempre su base volontaria i principali circuiti di pagamento e di emittenti carte di debito/credito in modo da dare un taglio alle commissioni per pagamenti sotto determinate soglie. C’è anche già un assenso di massima da parte del mondo bancario. Si tratterà di trovare una quadra sulla soglia, anche se si è ragionato dai 5 ai 25 euro.


Pos diffusi ma poco utilizzati rispetto al resto d’Europa












Una (doppia) strada per incentivare l’utilizzo del Pos. In realtà l’Italia è lo Stato dell’Unione europeo con il più alto numero di terminali installati , addirittura si è passati dai quasi 2,5 milioni del 2017 ai circa 3,2 milioni di apparecchi per consentire il pagamento con moneta elettronica. Un primato che, però, non trova riscontro nel concreto utilizzo. Nel nostro Paese si effettuano solo 1.235 operazioni per terminale (dato 2018 ma nel 2017 la cifra era 1.373) : un valore lontanissimo dall’Olanda (in media 16.598 impieghi di carte e bancomat nel 2017 per terminale) ma distante anche, tra gli altri, da Regno Unito (7.217), Francia (6.902), Germania (3.069) così come da Portogallo (3.574) e Spagna (2.354). Solo la Grecia fa peggio di noi (tra i Paesi per cui esiste il dato) con 927 operazioni per terminale nel 2017.












 

FONTE SOLE24ORE