A quasi tre anni dal debutto di "Malerba. Appunti per una coltura psichedelica", performance di teatro e musica realizzata in collaborazione con il cantastorie Biagio Accardi e l'associazione Cattivo Teatro, Manolo Muoio torna a riflettere sulla canapa e i suoi molteplici legami con la Storia e le culture umane. La conferenza/spettacolo "Malerba_theintimatefiles" andrà in scena al DAM dell'Unical mercoledì 17 ottobre 2019, per un evento organizzato da Associazione Culturale Entropia e Filorosso, in collaborazione con l'associazione Le Cime. La serata sarà aperta proprio da Le Cime, alle ore 21, con la proiezione del documentario dal titolo "Sono una cima" di Francesco Cristiano, da un'idea di Cecilia Vaccari. Il documentario è un intrecciarsi di storie di vita personali, fatica e speranze, che fotografa l'attuale situazione calabrese sul mondo della canapa, ma che si concentra sulle vicende dei tre protagonisti nel loro percorso associativo.
"Malerba_theintimatefiles" invece punta la lente sull'Italia: nella forma della conferenza-spettacolo il performer traccia un percorso avvincente e dettagliato fra Storia e reportage giornalistico pubblico e privato (gli intimate files). Dai primi esperimenti dei medici milanesi a metà del XIX secolo, agli editti mussoliniani che individuano marijuana e hashish come “nemici della razza” e “droga dei negri”; dalla produzione industriale di canapa da fibra, della quale il nostro Paese era secondo produttore al mondo fino agli anni '50 del Novecento, alla strategia della tensione contro i movimenti operai e studenteschi che negli anni '70 vide la criminalizzazione delle droghe cannabiniche e la diffusione su larga scala di eroina e morfina nelle piazze delle nostre città, con l'incredibile complicità dei Servizi (deviati?) e dei personaggi più oscuri della Storia della Repubblica. Per arrivare, fra musiche d'epoca e documenti inediti, alla schizofrenia mediatica dei nostri tempi, che proprio mentre il mercato viene invaso da una panoplia infinita di prodotti a base di cannabis light, continua a demonizzare senza alcuna logica apparente sostenitori e consumatori della varietà “cattiva” della stessa identica pianta, la “malerba” appunto.