Avrebbe dovuto discutere di una “questione delicata” con quelli che sarebbero diventati poi i suoi aguzzini, Carmine Morello, l’uomo di 49 anni ucciso a colpi da arma da fuoco in contrada Strange, in una zona boschiva sospesa tra i Comuni di Corigliano-Rossano e Cropalati, a ridosso del fiume Trionto. Un’imboscata, secondo gli inquirenti, probabilmente da parte di un viso fidato di Morello, che avrebbe indotto l’uomo a presentarsi disarmato e ad abbandonare il suo cellulare, presumibilmente per evitare intercettazioni.

L’uomo si sarebbe avviato verso i suoi aguzzini in sella alla sua Enduro, che verrà successivamente nascosta dagli stessi sotto un mucchio di lamiere arrugginite. Secondo le indagini, l’uomo non avrebbe fatto in tempo neanche a stringere la mano a quei “compari”, da essere raggiunto da una scarica di proiettili che avrebbero messo un punto definitivo alla sua vita. Il corpo è stato in seguito spostato ad una quindicina di metri, lasciato lì, a marcire in mezzo al nulla.

I familiari di Morello avevano denunciato la scomparsa il 9 agosto, dopo una notte insonne in cui l’uomo non era tornato a casa. Da lì le indagini iniziate proprio da quel telefono lasciato nella rivendita di motociclette d’un amico, che darà il via ad una serie di indizi che hanno portato agli inquirenti al ritrovamento del corpo esanime di Morello.