Pressioni a pentito, nuovo processo ai genitori
Secondo l'accusa volevano farlo desistere dal collaborare
La vicenda giudiziaria riguardante Pantaleone Mancuso, alias "L'ingegnere", e i suoi genitori si complica ulteriormente, con la Corte di Cassazione che ha deciso di annullare la sentenza di secondo grado e rinviare il caso a una nuova sezione della Corte d'Appello di Catanzaro. Mancuso, ritenuto a capo del clan di Limbadi, e sua moglie Giovanna Del Vecchio erano stati condannati a un anno e quattro mesi di reclusione per presunte pressioni psicologiche sul figlio, il pentito Emanuele Mancuso, al fine di farlo interrompere la collaborazione con la giustizia.
La Corte d'Appello
La Corte d'Appello aveva riqualificato il reato in "tentata violenza privata" anziché "tentativo di induzione a non rendere dichiarazioni". Ora, un nuovo processo d'appello dovrà stabilire l'effettiva responsabilità di Pantaleone Mancuso e della moglie. Per altri familiari coinvolti, come la zia Rosaria Del Vecchio e la sorella Desiree Mancuso, le assoluzioni sono diventate definitive.
Il caso vede anche il fratello di Emanuele, Giuseppe Salvatore Mancuso, condannato in secondo grado a 4 anni e un mese, tornare in appello, poiché la Cassazione ha accolto il ricorso della Procura generale riguardo all'esclusione delle aggravanti mafiose. Accuse gravi di ricettazione, detenzione e porto d'armi pesano su Giuseppe Mancuso, insieme all'evasione dagli arresti domiciliari con l'aggravante delle modalità mafiose.
La Cassazione
La Cassazione ha inoltre disposto un nuovo giudizio per Francesco Paolo Pugliese e Nensy Chimirri, l'ex compagna di Emanuele Mancuso, entrambi accusati di reati collegati alle attività del clan. Le decisioni confermano la complessità della rete criminale e le pressioni esercitate sul collaboratore di giustizia, che aveva temporaneamente interrotto la sua collaborazione nel 2019, prima di riprenderla successivamente.