Più vicini i trapianti dagli animali all'uomo
È avvenuto con successo il trapianto di rene da un maiale geneticamente modificato ad una scimmia: il risultato, che ha permesso al primate di sopravvivere per circa 2 anni, avvicina anche la possibilità di avviare sperimentazioni cliniche per trapianti da animale a essere umano.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature ed è guidato dall’azienda biotecnologica americana eGenesis e dalla Scuola di medicina di Harvard.
Il successo dell’esperimento si deve al fatto che il genoma dei suini donatori è stato modificato in maniera specifica grazie a Crispr, le forbici molecolari del Dna, spegnendo i geni che causano il rigetto, eliminando virus pericolosi e aggiungendo anche geni umani, per facilitare l’accettazione dell’organo.
I maiali sono donatori molto promettenti per i trapianti da animale a uomo, ma gli ostacoli da superare sono numerosi, soprattutto per quanto riguarda il rischio di rigetto e la trasmissione di virus nocivi.
Diverse ricerche precedenti, ad esempio, hanno individuato tre antigeni suini, cioè molecole in grado di essere riconosciute dal sistema immunitario umano come estranee o potenzialmente pericolose.
I ricercatori coordinati da Tatsuo Kawai, Michele Youd e Wenning Qin sono quindi partiti da questi dati per capire in che modo modificare il Dna dei maiali utilizzati nell’esperimento.
Gli autori dello studio hanno introdotto ben 69 modifiche: hanno eliminato tre geni legati agli antigeni che inducono il rigetto, hanno introdotto sette geni umani per ridurre l'ostilità del sistema immunitario delle scimmie e, infine, hanno inattivato tutte le copie del gene associato al virus suino.
In combinazione con un trattamento immunosoppressore (che riduce l’attività del sistema immunitario nel ricevente), il trapianto ha permesso alla scimmia di sopravvivere per 758 giorni.
Secondo i ricercatori, il risultato dimostra la potenzialità dei maiali per i trapianti d’organo negli esseri umani.