Paziente ricoverato in ospedale
Paziente ricoverato in ospedale

Curarsi in Calabria, un'utopia

Curarsi in Calabria è come chiedere la luna: ed è più probabile che il corpo celeste ci cada tra le mani che riuscire a prenotare una visita negli ospedali cittadini. Il percorso di cura ed esami diventa sempre più difficile, quasi come scalare una montagna: si procede con una banale visita dal medico generico, si prescrive un esame specifico, quindi si passa alla prenotazione della visita in questione. Ed è qui, purtroppo, che nasce l'inghippo: perché i cittadini, che pagano le tasse e sostengono un - purtroppo - fatiscente Servizio Sanitario Nazionale, si trovano a dover “mettere in pausa" le proprie malattie. 

 

Le interminabili liste d'attesa

Molte volte infatti, agli sportelli dei vari CUP disseminati per la regione, l'impiegato di turno comunica che il dottore in questione non c'è. E se c'è, invece, la disponibilità non è mai immediata. I pazienti e i familiari dunque, già provati dall'ansia e dall'eventuale patologia, si vedono chiusi una porta in faccia: prenotare una visita in tempi brevi è pressocché impossibile. Le liste d'attesa si allungano a dismisura, con la possibilità di esami - talvolta anche di routine ma vitali - solo nei prossimi mesi, se non addirittura anni.

Medico e ricetta

La denuncia di un cittadino: “bisogna andare sempre dal privato”

L'ennesima denuncia di una sanità pubblica che non funziona arriva da un cittadino di Firmo che, amareggiato, scrive sui social, in data 7 novembre, rivolgendosi ai politici calabresi: “ma è possibile per fare un addome completo presso il CUP nei nostri ospedali ci vuole il mese di aprile? Purtroppo bisogna andare sempre dal privato, bisogna PAGARE e BASTA!”. Lo sfogo si conclude con un'importante considerazione: “Noi cittadini PAGHIAMO LE TASSE e non siamo tutelati!! Voglio mettere in chiaro che la sanità è uguale in tutta Italia, che ovunque bisogna aspettare mesi. Spero che migliori qualcosa”.

La denuncia di un cittadino

La Calabria e il sistema sanitario inesistente

La Calabria, ancora una volta, si posiziona come fanalino di cosa e non riesce a garantire i diritti che spettano a chi la abita: siamo abituati a celebrare piccole vittorie, come una TAC nuova di zecca o la ristrutturazione di una piccola area ospedaliera (salvo poi crollare come nel caso del Pronto Soccorso dell'Annunziata), come se fossero un premio, un'eccezione e non la norma. La mancanza di servizi adeguati mette in luce una questione che molti calabresi, e non solo, si trovano a vivere: l'inefficienza del sistema sanitario e la sensazione di essere trascurati.

 

Ciò che i calabresi meritano

Le notizie riguardanti l'arrivo di una nuova ambulanza o di luminari sono apprezzabili, ma non possono mascherare le carenze strutturali e le mancanze che persistono nel sistema. È legittimo chiedersi se queste siano davvero vittorie o semplici palliativi che non affrontano i problemi più gravi e fondamentali, come l'impossibilità di eseguire una visita, se non a pagamento. È frustrante sentirsi sottomessi, come se ogni piccolo miglioramento debba essere festeggiato, mentre ci si aspetterebbe un servizio sanitario dignitoso, ciò che la Calabria e i calabresi meritano davvero.