AIC: "sui tributi consortili ci avevamo visto lungo"
«Non è sufficiente che un terreno ricada nel perimetro di un consorzio perché l’ente consortile imponga il pagamento del tributo per opere irrigue». E’ questa la sintesi della sentenza della prima commissione tributaria provinciale di Lecce, amplificata da una presa di posizione del Codacons pugliese che sostanzialmente si allinea e difende il principio più volte espresso, ribadito e assunto come principio dalla commissione tributaria provinciale di Cosenza dopo il ricorso presentato più di un anno fa dall’Associazione Italiana Coltivatori presieduta da Giuseppino Santoianni.
Allora l’iniziativa si sviluppò a beneficio di un centinaio di consorziati, grazie all’attività legale dell'avvocato Tommaso De Capua e la collega Anna Maria Capalbi, che si videro recapitare il pagamento di tributi senza aver visto mai i benefici dei servizi per i quali si richiedeva il pagamento.
«La nostra iniziativa è stata antesignana, ha aperto la strada ad azioni similari – ha aggiunto il presidente nazionale, fresco di riconferma, Giuseppino Santoianni – Crediamo che il principio di difesa degli agricoltori vada sempre esplicitato e manifestato nel giusto diritto delle parti. Quanto espresso oggi dal Codacons di Lecce e da un’altra commissione tributaria di altra regione ci conferma la bontà della nostra azione a tutela di coloro che si vedono recapitare pagamenti per servizi inesistenti. Ci avevamo visto lungo e continueremo nell’azione di tutela per tutti coloro ancora oggi si vedono recapitare cartelle non ottenendo benefici di nessuna natura».