Unical: lezione di Arcangelo Badolati sulla storia della ‘ndrangheta cosentina agli studenti di Pedagogia dell’Antimafia
Nuovo appuntamento all’Università della Calabria per il progetto didattico di Pedagogia dell’Antimafia. Si terrà questa sera, giovedì 17 dicembre, nell’ambito del decennale delle attività laboratoriali di antimafia svolte nel corso di studio unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche dell’Unical, coordinato da Mario Caligiuri, un webinar dedicato allo studio del libro “Mamma ’ndrangheta” di Arcangelo Badolati, saggista, scrittore e Capo della Redazione cosentina di Gazzetta del Sud. Il seminario online, introdotto da Giancarlo Costabile, inizierà alle 19:00 e sarà trasmesso dalle pagine facebook e youtube dell’emittente televisiva Calabria News 24.
“Il lavoro storiografico di Arcangelo Badolati – spiega Giancarlo Costabile – ricostruisce la genesi e lo sviluppo della ’ndrangheta cosentina, liquidata troppo frettolosamente come mera delinquenza organizzata. Cosenza – continua Costabile – non è mai stata immune al fenomeno criminale di matrice mafiosa e alle sue infiltrazioni nel tessuto politico-economico della città (e della sua provincia).
A Badolati, dobbiamo riconoscere lo sforzo ermeneutico di un racconto serio e documentato sulla storia della mafia cosentina che si intreccia con la storia delle nostrane classi dirigenti. Lavorare sulla memoria – conclude Costabile – significa ri-territorializzare in modo critico e attivo la nostra realtà urbana, indagandone le contraddizioni a partire soprattutto dalle profonde complicità che legano le relazioni del sistema criminale con la formazione delle locali classi dirigenti. Relazioni perverse di potere, funzionali all’accumulo illecito di denaro, che dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione e spezzare definitivamente”.
“Il lavoro storiografico di Arcangelo Badolati – spiega Giancarlo Costabile – ricostruisce la genesi e lo sviluppo della ’ndrangheta cosentina, liquidata troppo frettolosamente come mera delinquenza organizzata. Cosenza – continua Costabile – non è mai stata immune al fenomeno criminale di matrice mafiosa e alle sue infiltrazioni nel tessuto politico-economico della città (e della sua provincia).
A Badolati, dobbiamo riconoscere lo sforzo ermeneutico di un racconto serio e documentato sulla storia della mafia cosentina che si intreccia con la storia delle nostrane classi dirigenti. Lavorare sulla memoria – conclude Costabile – significa ri-territorializzare in modo critico e attivo la nostra realtà urbana, indagandone le contraddizioni a partire soprattutto dalle profonde complicità che legano le relazioni del sistema criminale con la formazione delle locali classi dirigenti. Relazioni perverse di potere, funzionali all’accumulo illecito di denaro, che dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione e spezzare definitivamente”.