"Concordo con il senatore Palumbo, vice presidente del Comitato Referendario per la modifica del sistema elettorale, riguardo il giudizio positivo sull'intervento del Presidente della Repubblica a Trieste, secondo il quale il principio 'un uomo, un voto' non può essere distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentanza e la volontà degli elettori. È un'affermazione importante quella del Capo dello Stato". 

La nota

Lo sostiene, in una dichiarazione, l'ex parlamentare Mario Tassone, segretario del Nuovo Cdu. "La legge con cui si votò nel 1994 - aggiunge - avviava la pratica della nomina dei parlamentari ed è la madre delle altre leggi elettorali che sono seguite. Si era nel clima di tangentopoli in cui alcuni procuratori d'assalto, uomini della sinistra e certi apparati infedeli dello Stato consumarono un vero colpo di Stato. La politica fu rimossa e i grandi partiti dissolti. Si salvò soltanto quello della sinistra. La legge elettorale del 1994 fu il prodotto di quel clima. Sul disegno di legge del premierato bisogna uscire dagli infingimenti. Non si tratta di una modifica di alcune parti della Costituzione, ma è la sua liquidazione: un disegno eversivo. Si trasforma, infatti, la repubblica parlamentare in un sistema autarchico, in cui il Parlamento perde la sua sovranità, annullando l'equilibrio dei poteri istituzionali". 

I dettagli

"Mattarella, a Trieste - dice ancora Tassone - ha fatto anche delle considerazioni forti, sottolineando che in democrazia non è la dittatura della maggioranza, ma il Parlamento che rappresenta i cittadini. E' il luogo di composizione delle diversità; ma forse questa concezione di democrazia è ignorata, o peggio, rifiutata nel provvedimento legislativo che é in discussione alla Camera. Mi auguro che si prenda coscienza di questo per salvare un patrimonio di sacrifici e di storie che costituiscono le fondamenta su cui si è costruita la nostra Costituzione, presidio della libertà e della democrazia nel nostro Paese. Bisogna uscire dal limbo delle incertezze, delle pusillanimità e delle convenienze perché la centralità dell'Uomo sia affermata e non sostanzialmente negata".