Le tensioni nel governo, sul sistema europeo di stabilità, sulla prescrizione e anche sull'inchiesta che coinvolge i finanziatori della ex fondazione renziana 'Open' sono le grane politiche alle quali si troveranno a far fronte le forze politiche, in Parlamento e non solo. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, interverrà oggi, alle 13 alla Camera e alle 15.30 in Senato, per riferire sul Mes, la riforma del sistema di stabilità europeo.


La Lega continua a chiedere un intervento del Quirinale contro quella che definisce "un affronto al Parlamento". Matteo Salvini e i suoi ricordano, infatti, che una risoluzione votata dalle Camere il 19 giugno prevedeva che, in caso di modifiche al testo della riforma, sarebbe dovuto essere interpellato il Parlamento. Modifiche che, tuttavia, non ci sono state o se ci sono state hanno riguardato dettagli solo migliorativi del testo, come ha spiegato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.




La seconda 'mina' sulla strada del governo riguarda la legge che abolisce la prescrizione del reato in caso di condanna in primo grado. Una riforma che trova fortemente critiche le opposizioni e, in particolare, Forza Italia. Ma perplessità sono state avanzate anche dal Pd che, con il vice segretario Andrea Orlando, vede il rischio di processi protratti all'infinito. Forza Italia presenterà lunedì un testo in Aula e c'è il timore, nel M5s, che si possa venire a creare un asse tra gli azzurri e i dem. Una eventualità che genererebbe un caso politico potenzialmente letale per la maggioranza di governo.


Intanto, mentre la Commissione Bilancio del Senato continua l'esame in sede referente della manovra economica, l'Aula della Camera avvia la discussione generale sul decreto fiscale. Il via libera al provvedimento era atteso già sabato ma la seduta è stata sospesa con l'esame che è ripartito nella serata di domenica.L'approdo in Aula del decreto collegato alla manovra è previsto per la tarda serata di oggi e il governo conta di porre la fiducia martedì mattina.


La decisione di rinviare i lavori è stata presa, su pressione delle opposizioni, per consentire al governo di sciogliere i nodi ancora aperti. Si tratta ancora sulla norma per il carcere agli evasori. La maggioranza resta divisa e l'intesa che sembrava raggiunta per una riduzione della stretta sui reati tributari - su cui però Italia Viva continua a chiedere la riduzione a quattro anni e non a quattro anni e mezzo della pena - non è stata ancora formalizzata.


Per quanto riguarda la manovra, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, il nodo della revoca delle concessioni autostradali non sarebbe stato ancora affrontato mentre si starebbe lavorando alla riformulazione dell'articolo 91 sull'ammortamento dei beni gratuitamente devolvibili per i concessionari autostradali.




 

 

 

Fonte Agi