Calabria: regionali, per Italia in Comune no ad alleanza forzate
La riunione di coalizione del centrosinistra tenutasi ieri a seguito della convocazione del coordinatore Luigi Incarnato, ha avviato una fase operativa che avrà l’obiettivo di definire i contenuti dei programmi, di scrivere e successivamente raccontare come vorremmo la Calabria, ed infine cosa crediamo sia necessario fare per raggiungere questo obiettivo partendo dalla valutazione che una continuità di Governo sia assolutamente necessaria per lavorare con una stabilità ed una visione che per forza di cose non può fermarsi nell’azione amministrativa di un solo “mandato”. La tanto cara “bacchetta magica”, così come non è nelle disponibilità di chi oggi si inventa difensore di una terra martoriata e mortificata tanto nei fatti quanto nelle dichiarazioni, non può essere nella nostra di disponibilità. Con gli slogan e con il populismo non si riusciranno a ridurre le distanze che a tutt’oggi sono da colmare, meno di 5 anni fa certamente ma ancora presenti. E’ questo il motivo che spinge la coalizione, e quindi anche noi, a non lesinare sforzi nella definizione di un programma che tra le diverse caratteristiche dovrà annoverare tanto la concretezza quanto la sostenibilità oltre al coinvolgimento di terzi soggetti. Lo avevamo anticipato nelle scorse settimane che non crediamo nelle alleanze forzate e nella semplice somma di percentuali di due o più partiti come strumento di contrasto alla destra, così come non crediamo che queste forzature siano un metodo che possano scrivere questo ormai inflazionato concetto di cambiamento. Non si realizza un cambiamento solo attraverso un nome piuttosto che un altro quando poi non vi è alcun confronto con le altre componenti politiche. Non si può parlare di cambiamento senza presentare un vero e proprio “nuovo corso”. Il cambiamento si può determinare attraverso i confronti anche aspri, attraverso la voglia di mettersi tutti (nessuno escluso) in discussione, e la guida di una coalizione e l’impronta della linea politica devono avvenire non attraverso l’autorità ma con l’autorevolezza. Semmai dovessero insorgere punti di vista differenti lasciamo che questi siano sul come immaginiamo di governare la nostra regione partecipando e non lasciando cadere gli inviti. Sollecitiamo dunque alla partecipazione attiva, ognuno per la propria “forza” e “disponibilità” in modo che la strada da percorrere sia frutto di una pluralità di forze e non di poche e ristrette entità.