Fimiano FDI: "Il decreto Sanità rischia di uccidere le imprese calabresi"
Il decreto Sanità rischia di uccidere le imprese calabresi, infatti, come fa notare l'ASFOC associazione fornitori ospedalieri calabresi, il decreto mette in discussione la sopravvivenza da un passaggio contenuto nel testo del decreto legge comma 1 dell'art. 6: " gli enti del Servizio Sanitario Della regione Calabria si avvalgono esclusivamente degli strumenti di acquisto e di negoziazione aventi oggetto beni, servizi e lavori di manutenzione messi a disposizione da Cosip, ovvero previa convenzione, di centrale di committenza di altre regioni. "ciò significherebbe - sottolinea Fimiano - che le Asp, le Ao, dovranno rivolgersi per le gare superiore alla soglia comunitaria (209 mila euro) fuori regione. Tale situazione è aggravata dal fatto che in Calabria esiste una stazione unica appaltante con riconoscimenti importanti sia del MEF che dell'ANAC. Tali riconoscimenti, oltretutto realizzati pure con le risorse umane numericamente non ottimali, la configurano sicuramente come un'eccellenza burocratica nel settore appaltante. Si evidenzia che il numero degli addetti al comparto sanitario specifico sono un importante nucleo per l'economia calabrese. L’avvalersi solamente di centrali di committenza di altre regioni "potrà determinare, come denunciato dal l'ASFOC, l'impossibilità per le micro, piccole e medie imprese, di poter partecipare alle gare, tutto a vantaggio delle multinazionali che risiedono al nord." tale situazione assurda e non consona, soprattutto per il rischio di molti posti, è stata denunciata anche dal presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca e porterebbe a delle criticità per gli approvvigionamenti necessari a garantire le prestazioni sanitarie essenziali, facendo venire meno il principio sancito dalla Costituzione che garantisce ai cittadini io diritto alla salute.