E' presto fare previsioni per la vendemmia 2023 ma la vite dimostra ancora una volta la sua straordinaria resilienza climatica, resistendo alle temperature eccezionali di questi giorni.

Lo confermano i rappresentanti di diverse case vinicole di eccellenza associate a Federvini, secondo le quali un grande aiuto viene dalle piogge che hanno caratterizzato l'ultima primavera, consentendo alle colture di accumulare importanti risorse idriche.

Un quadro non esente però da rischi come quello della peronospora, il fungo delle piante, che si propaga appunto con la pioggia e che sta attaccando i vigneti del centro e sud Italia.


 

Secondo Piernicola Leone de Castris, Ad Leone de Castris, " grazie alle piogge arriviamo con piante in salute e il ricco fogliame ci aiuta a gestire meglio le temperature. Al momento riscontriamo un ritardo nella maturazione delle uve ma con il caldo in queste settimane prevediamo di riuscire a recuperare la maturazione. Per quanto riguarda la peronospora nel nostro caso si stima una perdita tra il 10% e il 20%. Se guardiamo, invece, alla situazione generale del Nord Salento le perdite si aggirano intorno al 70-80%". Una malattia che impatta anche nel Centro Italia, come conferma Ilaria Palumbo, direttrice generale Gotto D'Oro: "le piogge quotidiane per settimane hanno reso impossibile effettuare i trattamenti necessari e ora le alte temperature dovrebbero rallentare la pressione dei funghi ma la perdita stimata a oggi è al 30% della produzione di uva".

Secondo Chiara Soldati, Ceo La Scolca,"nonostante l'improvviso rialzo delle temperature che ci fanno prevedere un inizio vendemmia per l'ultima settimana di agosto, la gestione dell'impianto fogliare e del terreno è stata fondamentale per non disperdere risorse idriche e preservare i grappoli. Questo ci ha consentito di mantenere una maturazione in linea con la politica aziendale di produrre vini con un grado alcolico entro i 12° gradi".

La peronospora preoccupa anche Alberto Tasca, Ceo Tasca D'Almerita, nel considerare il 2023 un'annata anomala a causa delle piogge a maggio. "Abbiamo assistito alla comparsa della malattia - spiega - e non in tutti i vigneti siamo riusciti a contenere i danni entro una soglia accettabile. È necessario incrementare gli sforzi verso la ricerca e la formazione scientifica dei tecnici per ottenere un'agricoltura sempre più sostenibile". Secondo Micaela Pallini, presidente di Federvini, "il riscaldamento globale stanno mettendo a dura prova i nostri territori", nel ribadire l'importanza di potenziare la ricerca scientifica, con il sostegno delle istituzioni".