Italiani comprano meno farmaci etici, ma tanti integratori
Gli italiani acquistano in farmacia meno medicinali da prescrizione, meno parafarmaci ma non rinunciano agli integratori, ai prodotti per la cura della
persona e ai prodotti da banco. A disegnare lo scenario è Iqvia,
provider globale di dati in ambito sanitario e farmaceutico.
Il mercato dei prodotti venduti nelle farmacie italiane
chiude il 2019 con un fatturato annuale totale di 24,2 miliardi,
segnando uno 0,7% in meno rispetto al 2018. Dietro i numeri si
nasconde una importante distinzione: tra il comparto "etico"
(medicine da prescrizione), che rappresenta ancora il 58,6%
delle vendite, e quello commerciale. Nel 2019, l'etico registra
una diminuzione dell'1,3%, cioè una perdita totale di fatturato
di 180 milioni. Gli integratori invece crescono, con un giro
d'affari di 3,8 miliardi.
Il comparto cura della persona (creme, cosmetici) in farmacia
nel 2019 è in aumento. In questo settore - sottolinea Iqvia - la
farmacia è particolarmente apprezzata dal cliente che cerca la
qualità dei prodotti e il consiglio professionale. In calo
invece i parafarmaci (siringhe, termometri. Anche il mercato del
nutrizionale (latte in polvere, alimenti per celiaci) è in
diminuzione a 400 milioni (-4,3%). Quest'ultimo settore risente
particolarmente della concorrenza della grande distribuzione
dove i prezzi sono più bassi.
"Il calo del fatturato dei prodotti etici in farmacia è
costante da anni, sia a causa della 'genericazione' di molti
farmaci da prescrizione, sia per il forte controllo sulla spesa
convenzionata. Questo ha influito pesantemente sulla redditività
della farmacia", spiega Sergio Liberatore, Ad di Iqvia Italia.
Attualmente in Italia le farmacie sono 19.100. Sulla
redditività media ha inciso anche l'apertura di circa 300 nuove
farmacie all'anno. Si tratta di un fenomeno in controtendenza
rispetto al resto d'Europa, infatti il nostro Paese è al momento
l'unico ad aumentare i punti vendita. In Inghilterra e Germania
al contrario le farmacie stanno chiudendo