Istat: migliora il rapporto deficit/pil nel terzo trimestre, -4,7%
Migliora il rapporto Defici-Pil. Nel terzo trimestre 2022 l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil è stato pari al -4,7% (-6,2% nello stesso trimestre del 2021). Mentre il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil del -0,7% (-2,8% nel terzo trimestre del 2021).
Lo rende noto l'Istat nei dati sui conti trimestrali.
Nello stesso periodo sale però la pressione fiscale che è stata pari al 42,7%, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo certifica l'Istat diffondendo i dati del terzo trimestre su conti delle famiglie.
Le entrate totali nel terzo trimestre 2022 sono aumentate in termini tendenziali del 9,3% e la loro incidenza sul Pil è stata del 47,3%, in crescita di 2,1 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021.
Nei primi tre trimestri dell'anno, l'incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 46,3%, in crescita di 1,4 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le entrate correnti nel terzo trimestre 2022 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento del 9,0%. Si registra, invece, una crescita delle entrate in conto capitale del 35,8%.
Aumenta il reddito delle famiglie consumatrici è aumentato in termini nominali dell'1,9% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti del 4,1%. Lo certifica l'Istat nei conti trimestrali sottolineando che "la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 7,1%, in calo di 1,9 punti rispetto al trimestre precedente".
Ed è "scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-covid". Il potere d'acquisto delle famiglie, frenato dalla crescita dei prezzi (+1,6% la crescita del deflatore implicito dei consumi), è tuttavia cresciuto sul trimestre precedente dello 0,3%.
"Il potere d'acquisto delle famiglie si è mantenuto in lieve crescita nonostante l'aumento del livello dei prezzi. Il forte aumento della spesa per consumi finali registrata nel trimestre ha rafforzato il sentiero di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-covid".
E' il commento dell'Istat evidenziando poi che "sono risultati sostanzialmente stabili la quota di profitto e il tasso di investimento delle società non finanziarie". La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,8%, è rimasta infatti invariata rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, portandosi al 25,0%.
Lo rende noto l'Istat nei dati sui conti trimestrali.
Nello stesso periodo sale però la pressione fiscale che è stata pari al 42,7%, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo certifica l'Istat diffondendo i dati del terzo trimestre su conti delle famiglie.
Le entrate totali nel terzo trimestre 2022 sono aumentate in termini tendenziali del 9,3% e la loro incidenza sul Pil è stata del 47,3%, in crescita di 2,1 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021.
Nei primi tre trimestri dell'anno, l'incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 46,3%, in crescita di 1,4 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le entrate correnti nel terzo trimestre 2022 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento del 9,0%. Si registra, invece, una crescita delle entrate in conto capitale del 35,8%.
Aumenta il reddito delle famiglie consumatrici è aumentato in termini nominali dell'1,9% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti del 4,1%. Lo certifica l'Istat nei conti trimestrali sottolineando che "la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 7,1%, in calo di 1,9 punti rispetto al trimestre precedente".
Ed è "scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-covid". Il potere d'acquisto delle famiglie, frenato dalla crescita dei prezzi (+1,6% la crescita del deflatore implicito dei consumi), è tuttavia cresciuto sul trimestre precedente dello 0,3%.
"Il potere d'acquisto delle famiglie si è mantenuto in lieve crescita nonostante l'aumento del livello dei prezzi. Il forte aumento della spesa per consumi finali registrata nel trimestre ha rafforzato il sentiero di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-covid".
E' il commento dell'Istat evidenziando poi che "sono risultati sostanzialmente stabili la quota di profitto e il tasso di investimento delle società non finanziarie". La quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 39,8%, è rimasta infatti invariata rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è diminuito di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, portandosi al 25,0%.