"La Calabria ha voltato ancora una volta pagina, checché ne pensino i soli profeti di sventura"
Da Spartaco Pupo. Professore Associato Unical
Pippo Callipo e la sinistra hanno perso malamente, e non si può dire che con Oliverio le cose sarebbero andate diversamente. La politica non si fa con i "se". Visto l'enorme scarto maturato dal centrodestra, forse Oliverio avrebbe "perso meglio", essendo comunque un governatore uscente e forte del consenso della base post-comunista, che il suo sostituto ha fatto disperdere. Non è l'abito che fa il politico, come è noto. Tansi è una sorpresa da non sottovalutare, nonostante qualche contraddizione di troppo: non fu forse il "trasversalismo" da lui denunciato in campagna elettorale a volerlo a capo, cinque anni fa, della Protezione Civile? Aiello ha pagato l'invettiva di Morra, a cavallo in corsa, ma anche la delusione dei Calabresi nei confronti dei Cinquestelle che qui, neanche due anni fa, elessero una foltissima truppa di parlamentari, i quali, alla prova dei fatti, quando c'era cioè da impegnarsi seriamente per la "rinascita" della regione, hanno pensato bene di smarcarsi alla meno peggio, venendo meno alle proprie responsabilità e giocando a perdere. Il centrodestra resuscita un morto: Forza Italia. Ciò è avvenuto tanto per la disorganizzazione della Lega, che al suo primo appuntamento alle regionali ha lasciato vaste praterie libere ad esperti procacciatori di preferenze, a destra come a sinistra, quanto per la qualità dei candidati scelti dagli azzurri, compresa proprio la Santelli. Tutto le si può rimproverare (al netto di certe cattiverie gratuite che ci tocca leggere in queste ore, ad elezione avvenuta), tranne che non abbia esperienza e destrezza tali da fare la differenza, dato che è sulla scena ininterrottamente da cinque lustri. Una curiosità: Jole Santelli è il primo presidente donna della Calabria, ed è di centrodestra. Non è un caso, questo, né un primato calabrese. Nonostante il femminismo più radicale alligni da sempre a sinistra, le donne a capo di partiti, governi e stati, nel mondo, e con le dovute proporzioni, sono state, guarda caso, quasi tutte di destra. È un caso di studio. E comunque l'effetto donna, in Calabria, ha "tirato" eccome. Sarà la volta buona per la Calabria "in rosa"? Difficile prevederlo. Vediamola all'opera e poi giudicheremo. Certo, non mi sembrano credibili certi profeti di sventura, muti, se non accondiscendenti, in questi ultimi anni di evidente sfacelo istituzionale, e solo ora preoccupati per le sorti dei calabresi. Questi salutano festanti la risicata vittoria emilano-romagnola con una vena di nostalgia per un sol dell'avvenire che però è tramontato da tempo. Chi vuole davvero bene alla Calabria, arrivata a questo stato di abbandono e arretratezza per la irresponsabilità di una sinistra tutt'altro che riformatrice e lungimirante, e che il popolo non a caso ha sonoramente bocciato, non può che augurare buon lavoro ai neoletti.
Pippo Callipo e la sinistra hanno perso malamente, e non si può dire che con Oliverio le cose sarebbero andate diversamente. La politica non si fa con i "se". Visto l'enorme scarto maturato dal centrodestra, forse Oliverio avrebbe "perso meglio", essendo comunque un governatore uscente e forte del consenso della base post-comunista, che il suo sostituto ha fatto disperdere. Non è l'abito che fa il politico, come è noto. Tansi è una sorpresa da non sottovalutare, nonostante qualche contraddizione di troppo: non fu forse il "trasversalismo" da lui denunciato in campagna elettorale a volerlo a capo, cinque anni fa, della Protezione Civile? Aiello ha pagato l'invettiva di Morra, a cavallo in corsa, ma anche la delusione dei Calabresi nei confronti dei Cinquestelle che qui, neanche due anni fa, elessero una foltissima truppa di parlamentari, i quali, alla prova dei fatti, quando c'era cioè da impegnarsi seriamente per la "rinascita" della regione, hanno pensato bene di smarcarsi alla meno peggio, venendo meno alle proprie responsabilità e giocando a perdere. Il centrodestra resuscita un morto: Forza Italia. Ciò è avvenuto tanto per la disorganizzazione della Lega, che al suo primo appuntamento alle regionali ha lasciato vaste praterie libere ad esperti procacciatori di preferenze, a destra come a sinistra, quanto per la qualità dei candidati scelti dagli azzurri, compresa proprio la Santelli. Tutto le si può rimproverare (al netto di certe cattiverie gratuite che ci tocca leggere in queste ore, ad elezione avvenuta), tranne che non abbia esperienza e destrezza tali da fare la differenza, dato che è sulla scena ininterrottamente da cinque lustri. Una curiosità: Jole Santelli è il primo presidente donna della Calabria, ed è di centrodestra. Non è un caso, questo, né un primato calabrese. Nonostante il femminismo più radicale alligni da sempre a sinistra, le donne a capo di partiti, governi e stati, nel mondo, e con le dovute proporzioni, sono state, guarda caso, quasi tutte di destra. È un caso di studio. E comunque l'effetto donna, in Calabria, ha "tirato" eccome. Sarà la volta buona per la Calabria "in rosa"? Difficile prevederlo. Vediamola all'opera e poi giudicheremo. Certo, non mi sembrano credibili certi profeti di sventura, muti, se non accondiscendenti, in questi ultimi anni di evidente sfacelo istituzionale, e solo ora preoccupati per le sorti dei calabresi. Questi salutano festanti la risicata vittoria emilano-romagnola con una vena di nostalgia per un sol dell'avvenire che però è tramontato da tempo. Chi vuole davvero bene alla Calabria, arrivata a questo stato di abbandono e arretratezza per la irresponsabilità di una sinistra tutt'altro che riformatrice e lungimirante, e che il popolo non a caso ha sonoramente bocciato, non può che augurare buon lavoro ai neoletti.