Riceviamo e pubblichiamo

 

La notizia che “il ministero della salute ha affidato alla regione Veneto il compito di riorganizzare la
rete chirurgica in Calabria” mi spinge ad una breve nota.
Se questa iniziativa si inquadra in un disegno organico di affiancamento alle regioni già in regime di
commissariamento dal piano di rientro, preannunciato dal ministro alla Salute on. Speranza, per
farle uscire da tale regime, allora l’attuale commissario, generale Cotticelli, dovrebbe essere
rimosso o egli stesso ricorrere all’istituto delle dimissioni.
Se invece questa iniziativa sporadica è stata ideata e programmata dal dott. Andrea Urbani, già
subcommissario in Calabria ( dove non si ricordano del suo operato….) , poi entrato in conflitto con
il commissario pro tempore e quindi rimosso e promosso quale attuale Direttore della
programmazione sanitaria del ministero: allora andiamo bene….
Quello che è certo è il suo costo (circa 200 mila euro ) è sulle spalle dei calabresi.
Quello che è assolutamente intollerabile è la “segretezza” riportata all’articolo 7 dell’accordo :
come, parliamo di trasparenza sempre e dovunque, e poi andiamo a segretare i dati e tutte le
informazioni, e quant’altro, dell’operazione; ma per quale motivo o timore nascondere quello che si
progetta e i risultati conseguiti ( che comunque poi andranno verificati).
Occorre allora che il ministro alla salute on. Speranza voglia chiarire tutta la vicenda ed il quadro di
riferimento generale in cui tale iniziativa si inserisce, allo scopo di render edotti i cittadini calabresi
di quello che si sta facendo nel loro interesse, per ottenerne il coinvolgimento, e così sgombrare il
campo da illazioni, che sicuramente pioveranno copiose.
Intanto mi permetto di sollecitare al ministro Speranza un suo intervento per correggere il sistema di
riparto delle risorse economiche del fondo sanitario nazionale tra le regioni, per cui da decenni
alcune regioni, come il Veneto, ottengono maggiori risorse ( che per giunte superano splaffonando
le normative) ed altre, come la Calabria, ne vengono penalizzate. E con scarse risorse si gestiscono
male le strutture sanitarie, per lo più obsolete, non si rinnova la tecnologia delle attrezzature, e gli
organici del personale sanitario e parasanitario, bloccati quasi del tutto da anni, sono assai ridotti e
gravemente sotto dimensionati.
E che dire del decreto Calabria, voluto fortemente dalla allora ministra Grillo, che sepur animata
dalle migliori intenzioni, ha finito con aggiungere danni ulteriori alla compromessa sanità: basta
dare un solo dato, a distanza di mesi le aziende sanitarie ed ospedaliere, tranne qualche eccezione,
sono ancora senza Direttori generali in servizio. A tale decreto devono essere apportate numerose
modifiche .
In conclusione oltre alla riorganizzazione della rete chirurgica, e forse ancora prima, bisogna
affrontare i tanti nodi della sanità calabrese: il tempo stringe, mentre si scende sempre più nel
degrado a fronte di grandi potenzialità .
Presidente Consorzio Blu Calabria
Dott.ssa Innocenza Giannuzzi