Traffico di droga nel catanzarese: annullato il mandato di cattura per Rocco Omuncolo
Secondo le accuse, Omuncolo sarebbe stato coinvolto in un'associazione dedita al traffico di stupefacenti, operante tra Girifalco, Amaroni e Borgia
Assoluzione per Rocco Omuncolo
Emergono nuovi dettagli, anzi la piena assoluzione per Rocco Omuncolo, arrestato il 17 maggio 2024 nell'ambito dell'operazione "Fireworks", condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro. Secondo le accuse, Omuncolo sarebbe stato coinvolto in un'associazione dedita al traffico di stupefacenti, operante tra Girifalco, Amaroni e Borgia. Durante una perquisizione effettuata nel dicembre 2022, sono stati sequestrati 15.030 euro in banconote di piccolo taglio, ritenuti proventi dell'attività illecita.
Dopo l'arresto, il Tribunale del Riesame ha confermato la misura cautelare in carcere. Tuttavia, la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dall'avvocato Antonio Lomonaco, ha annullato l'ordinanza cautelare, disponendo un nuovo giudizio.
Successivamente, il 25 luglio 2024, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Catanzaro ha accolto l'istanza difensiva, ordinando l'immediata scarcerazione di Omuncolo e disponendo la misura degli arresti domiciliari. Questi sviluppi evidenziano l'importanza del controllo giurisdizionale sulle misure cautelari e il diritto alla difesa nel sistema giudiziario italiano.
L'Operazione "Fireworks" è un'importante iniziativa condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, mirata a smantellare un'organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti nelle aree di Girifalco, Amaroni e Borgia, in provincia di Catanzaro.
Dettagli dell'operazione
Era il 17 maggio 2024 quando i Carabinieri della Compagnia di Girifalco, con il supporto dei comandi di Lamezia Terme, Soveria Mannelli, Catanzaro e Soverato, oltre ai Cacciatori "Calabria" e al nucleo cinofili di Vibo Valentia hanno dato esecuzione di misure cautelari nei confronti di otto persone, tra cui membri di un nucleo familiare, accusate di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
L'indagine ha rivelato che l'organizzazione aveva una struttura prevalentemente familiare, con ruoli specifici assegnati ai membri: Giuseppe Ziparo, considerato il promotore e organizzatore dell'associazione, responsabile dell'acquisto e della distribuzione della droga. Antonio Domenico Ziparo (padre), invece, era il custode del deposito e coinvolto nel confezionamento dello stupefacente. Maria Giampà (madre) fungeva da contabile e custode dei profitti illeciti, oltre che della droga nel casolare di famiglia, Salvatore Ziparo (fratello) era il responsabile del recupero delle somme derivanti dalla vendita di droga e portavoce delle direttive del fratello detenuto. Infine, Michele Ziparo (zio), l'addetto allo spaccio e alla riscossione degli introiti.
Modalità operative
L'organizzazione utilizzava un linguaggio criptico per comunicare, riferendosi alle operazioni illecite con termini come "birra", "caffè" o "aperitivo" per indicare gli incontri, e "cinque minuti" per mezzo grammo di cocaina. L'Operazione "Fireworks" rappresenta un significativo passo nella lotta al traffico di droga nella provincia di Catanzaro, evidenziando l'importanza della collaborazione tra le forze dell'ordine e la magistratura nella repressione delle attività criminali.
Droga nel catanzarese