Coronavirus: 86mila furbetti denunciati da 11 marzo ad oggi
C'è ancora una piccola quota di cittadini (il 4,5% di quelli controllati delle forze di polizia) che non
si arrende all' "io non esco" e prova ad aggirare i divieti,
spesso con scuse fantasiose. Dall'11 marzo, giorno dell'entrata
in vigore della stretta sugli spostamenti, sono state 86mila le
persone denunciate su 1 milione e 800mila controllate. Gli
esercizi commerciali monitorati sono 910mila: 2.119 i titolari
denunciati. Ieri, indicano i dati del Viminale, le denunce hanno
toccato il picco massimo di 11mila, così come anche i controlli
(208mila).
Mentre si moltiplicano gli appelli - e talvolta le minacce
vere e proprie di sindaci e amministratori locali - a rispettare
le prescrizioni per arrivare ad un efficace distanziamento
sociale, un manipolo di irriducibili della passeggiata continua
dunque ogni giorno a violare la legge nelle città deserte. Un
diciannovenne friulano, addirittura, è stato denunciato ben sei
volte tra il 15 ed il 21 marzo dalle forze dell'ordine per
inosservanza del decreto. Sempre nel centro di Udine, dove
andava per trascorrere il tempo con gli amici. Il giovane,
infatti, risiede in un'altra provincia del Friuli Venezia
Giulia. Ieri, all'ennesimo controllo, il ragazzo è stato
accompagnato in questura dove gli è stato notificato un foglio
di via obbligatorio e il divieto di ritorno nel comune udinese
per un anno, emesso dal Questore.
A Delia (Caltanissetta) tre ragazzi sono stati sorpresi a
giocare a Monopoli in un garage e denunciati dai carabinieri. A
Roma ieri si sono contate 86 denunce nella prima giornata della
stretta sui controlli anti-gita con posti di blocchi nelle
principali arterie della città e controlli singoli ad ogni
vettura. La maggior parte delle denunce hanno riguardato
spostamenti senza un valido motivo. Un settantenne, ad esempio,
fermato a passeggio a piazza di Spagna, ha dichiarato di essere
uscito a comprare il giornale, ma proveniva dal quartiere di
Colli Albani, alla periferia est della città. A Firenze un uomo,
fermato mentre entrava con la moglie nel parcheggio interrato di
un supermercato, ha soffiato a distanza ravvicinata
in faccia a un agente della polizia municipale che gli
contestava l'accesso in coppia. E' stato denunciato.
E' probabilmente la pena prevista dall'articolo 650 del
Codice penale (Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità),
cioè arresto fino a tre mesi ed ammenda fino a 206 euro, a non
costituire un valido deterrente, come ha lamentato lo stesso
capo della polizia, Franco Gabrielli, chiedendo sanzioni più
efficaci. In attesa di un giro di vite del Governo, la procura
di Milano sta valutando di applicare per l'emergenza
Coronavirus l'articolo 260 del testo unico delle leggi
sanitarie, che punisce chi non osserva un ordine "legalmente
dato per impedire l'invasione o la diffusione di una malattia
infettiva". Un reato che prevede una pena congiunta dell'arresto
"fino a 6 mesi" e dell'ammenda fino a 400 euro. E che non è
'oblabile', come invece l'altro reato, ossia non si può pagare
per cancellarlo.