Dalla teoria alla pratica. Potrebbe essere riassunto banalmente con questa espressione il provvedimento della Presidente della Giunta Regionale, Jole Santelli, che ha inserito sei nuovi elementi alla task force regionale per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Serviva, molto probabilmente, un qualcosa in più per entrare "dentro" l'emergenza covid-19 e per dare un valore aggiunto legato soprattutto al territorio ed alla sanità calabrese.
In un primo momento, infatti, al di là degli "interni", ovvero gli attuali vertici della sanità calabrese, sono stati chiamati a far parte della task force dallo scorso 16 marzo anche Raffaele Bruno, Direttore Malattie Infettive Policlinico San Matteo di Pavia, Paolo Navalesi, Direttore Istituto di Anestesia e Rianimazione Azienda Ospedale Università di Padova, e Franco Romeo, Direttore U.O.C. Cardiologia Policlinico Universitario Tor Vergata Roma.
Si tratta, quindi, di professionisti di alto profilo, di veri e propri "luminari", ma persone "lontane" geograficamente dalla Calabria, quindi da quella che è la realtà che vive quotidianamente il comparto. C'è da chiedersi se, in considerazione di tutte queste difficoltà, la task force si sia mai effettivamente riunita in poco meno di un mese.
Probabilmente la Presidente Santelli ha avuto il merito di capire che mancava una persona qualificata da un punto di vista medico, ma al tempo stesso vicina alla realtà calabrese e consapevole di quelle che sono le peculiarità del territorio. In questa ottica va letta la necessità di procedere alla nomina di sei nuovi professionisti, ovvero Gabriella Amalia De Luca, Martino Rizzo, Gianfranco Filippelli, Amedeo De Marco, Gianluigi Scaffidi e Michele Puntoriere.
Certamente il nome di Gianfranco Filippelli risponde a quelle che sono le caratteristiche utili al lavoro della task force; Filippelli è Direttore dell'U.O.C. di Oncologia dell'Ospedale di Paola, dunque, un professionista decisamente abituato a lavorare in condizioni difficili ed a fronteggiare patologie gravi. Oltre a conoscere la "sua" Calabria, in passato, è stato commissario dell'Asp di Cosenza, circostanza che gli ha permesso, insieme all'esperienza maturata "sul campo", di conoscere il territorio e le dinamiche della sanità calabrese. Risulta evidente che l'ingresso di Filippelli non può che essere considerato strategico, oltre che funzionale al lavoro di una task force, che, finora, non sembra aver lasciato quel segno che tutti i calabresi aspettano.