Potrebbe essere un punto alla fine di un incubo quello deciso dalla Gran Bretagna, la quale ha riaperto le porte alla “normalità” strappata via dal Coronavirus. Stop a mascherine, green pass e smart-working dal 26 gennaio: è questo il primo passo mosso dalla nazione anglosassone a seguito di un sostanziale calo del numero di contagi, dovuto, probabilmente, al record di somministrazioni di dosi booster del vaccino.



Ad annunciarlo è Boris Jhonson, alla Camera dei Comuni, il quale ritiene necessario una ripresa alla normalità, considerando l’attuale situazione, che vede una bassa pressione su terapie intensive e ricoveri in ospedale. La decisione è stata approvata e confermata da studiosi e scienziati e dallo stesso ministro della Sanità Sajid Javid, il quale ha affermato, in un’intervista, che “il virus sarà permanente, ma in una forma endemica” lasciando trasparire il bisogno di un rallentamento della morsa che potrà permettere una prima convivenza con il virus e le sue varianti.



Che sia una mossa politica per insabbiare gli ultimi scandali emersi da parte di Jhonson è un dubbio posto da molti, ciò nonostante le basi scientifiche presentano tutti i presupposti per poter dare via ad una ripresa alla quotidianità dopo quasi due anni di limitazioni e, soprattutto, campagne vaccinali. La Gran Bretagna, infatti, gode di un record sul fronte vaccinale, che vede il 90% della popolazione vaccinata con una dose il 63% che ha già terminato i tre cicli.
Se il rallentamento delle restrizioni porterà buoni risultati in Gran Bretagna, si potrà ben sperare ad un ritorno alla normalità generale, che potrebbe interessare tutta l’Europa che ha aderito alla campagna vaccinale.