Città Unica, Caruso torna sulla questione: "fusione sì ma senza imposizioni"
“Non può nascere una fusione, non può nascere un nuovo comune - ha detto Caruso - se non c'è programmazione"
La conferenza stampa sulla città unica
Città Unica Cosenza-Rende-Castrolibero: la questione continua a tenere banco, soprattutto ora che il referendum è cosa certa. Le fazioni politiche continuano a caldeggiare (o scoraggiare) la fusione e sull'idea ritorna anche il Primo Cittadino di Cosenza, Franz Caruso, che ribadisce il sì ma senza imposizioni, soprattutto da parte della Regione.
Caruso, durante una conferenza stampa indetta proprio per approfondire la visione sul tema, ha infatti spiegato che “bisogna utilizzare questi due anni che separano la fine della consiliatura e l'inizio del percorso, con l'eventuale vittoria del sì al referendum, per realizzare concretamente questo percorso. Sono stato chiaro sin dal primo momento, sono favorevole alla città unica ma non accetto imposizioni”.
Fusione sì, ma senza imposizioni
Il sindaco, in particolare, ha espresso preoccupazione riguardo al metodo adottato dalla Regione nella proposta di legge sulla fusione. Caruso critica l'esclusione dei consigli comunali dal processo decisionale, ritenendo che ciò rappresenti un vulnus democratico. Nonostante le critiche al metodo, per garantire un processo efficace e condiviso, ha proposto la creazione di un organismo che coinvolga la Regione, i comuni interessati, l'Università della Calabria e associazioni competenti in materia di fusioni.
L'obiettivo è utilizzare i prossimi due anni per preparare adeguatamente la fusione, armonizzando programmi urbanistici, razionalizzando le piante organiche e mettendo in comune i servizi. "Dobbiamo arrivare al 2027 se vince il sì con già tutta la procedura di armonizzazione dei bilanci, di pianificazione della macchina amministrativa in modo serio, di unificazione dei servizi in modo tale da avere al 2027 già pronta la città unica".
Il primo Cittadino Caruso sulla fusione
Uno statuto per programmare il futuro della nuova città
Inoltre, Caruso ha sottolineato la necessità di elaborare uno statuto che valorizzi le specificità dei diversi territori coinvolti, assicurando che la fusione porti vantaggi concreti alla cittadinanza. “Non può nascere una fusione, non può nascere un nuovo comune - ha detto ancora Caruso - se non c'è programmazione. La programmazione è un percorso che va condiviso con le istituzioni e con i territori interessati. Per prima cosa servirà strutturare uno Statuto, poi uno studio di fattibilità fatto bene che ci proietti al futuro e non che fotografi solo il presente”.