Sanità: la disavventura di un paziente all'ospedale Annunziata di Cosenza
Anno domini 2021. Cosenza, Ospedale Civile dell'Annunziata. E' l'11 agosto e Francesco – nome di fantasia per tutelare la privacy del nostro lettore – viene trasportato al pronto soccorso perché vittima di un grave incidente stradale: riporta varie fratture e quindi necessita assolutamente un'operazione. Da questo momento in poi comincia la sua disavventura al nosocomio cosentino. L'uomo viene, infatti, trasferito da un reparto all'altro prima di giungere finalmente dopo 48 lunghissime ore in quello di sua competenza, restando sia giorno 11 che 12 in attesa in pronto soccorso. In aggiunta a tutto ciò bisogna registrare una situazione agghiacciante vissuta in prima persona da Francesco, che la mattina di venerdì 13 agosto viene intimidito da un dipendente dell'ospedale. Quest'ultimo, data la carenza in quel frangente di posti letto disponibili, aveva messo davanti al paziente due opzioni: o firmare le dimissioni di sua spontanea volontà; oppure essere spostato direttamente presso l'hub di Rossano. "Ma una persona nelle mie condizioni che quasi non si regge in piedi per via di tutti i traumi che ho riportato può mai essere abbandonata al suo destino? O addirittura ricevere la proposta di raggiungere un altro ospedale perché qui non c'è disponibilità? Sono un cittadino residente a Cosenza, che paga i contributi a questa città e voglio essere trattato come si deve". Situazione davvero raccapricciante se si pensa a quante strutture mediche all'avanguardia sono state chiuse o non sono entrate nemmeno in funzione per via di mancanza di fondi negli ultimi decenni che avrebbe evitati inconvenienti del genere. "E' questo che mi fa più rabbia. Perché la nostra regione potrebbe avere una sanità pubblica eccellente, eppure il denaro che arriva dallo stato non viene investito. O meglio non si sa che fine faccia". In più "c'è pochissimo personale in ospedale, il quale deve coprire più turni o addirittura è costretto a svolgere mansioni non di sua competenza" – racconta il nostro lettore. "Gli infermieri, i medici e gli OSS sono sottostimati rispetto a quanti ne dovrebbe assumere una struttura importante come quella cosentina: è impossibile che ci siano attese di 15 giorni per un'operazione. Ad oggi, 26 agosto io ancora non so con certezza se dovrò andare sotto i ferri questo fine settimana o aspettare la prossima". Se la disorganizzazione sotto questi aspetti è enorme, la nota positiva che ha riscontrato Francesco riguarda le norme anti-contagio adottate all'interno del nosocomio; all'interno dell'hub non "può entrare nessun visitatore nemmeno se munito di green pass o tampone negativo e soprattuto i pazienti vengono tamponati periodicamente durante il corso della loro degenza". Insomma, "tirando le somme c'è tanto da lavorare per migliorare la sanità calabrese. Chiunque verrà eletto alle prossime regionali deve immediatamente mettere mano in questo ambiente altrimenti invece di andare avanti si tornerà sempre indietro".