Giancarlo Polifroni, 31 giorni fa l’omicidio davanti casa: indagini in corso e scenari esplosivi nel narcotraffico.
L’omicidio di Giancarlo Polifroni scuote la ‘ndrangheta: a 31 giorni dall’esecuzione, le indagini si intensificano mentre gli equilibri del narcotraffico vacillano. Chi ha ordinato la sua morte e quali saranno le conseguenze?

Dopo circa un mese dall’esecuzione del narcotrafficante calabrese, le indagini proseguono e gli equilibri criminali tremano
Bovalino - Sono trascorsi 31 giorni dall’omicidio di Giancarlo Polifroni, il cinquantenne assassinato con sei colpi di pistola davanti alla sua abitazione a Bovalino, in Calabria. L’uomo si trovava agli arresti domiciliari per un cumulo di condanne legate a omicidio e traffico di droga, reati scoperti attraverso le operazioni antimafia “Imelda” e “Stupor Mundi”.
La sua esecuzione è un colpo che non resterà senza conseguenze, sia per la giustizia che per gli equilibri del narcotraffico. L’indagine è ancora in corso e punta a individuare mandanti e moventi, mentre il mondo criminale calabrese è in fermento per quello che si preannuncia un cambio di scenari significativo.
Polifroni, ucciso davanti casa mentre scontava la pena
Era il 9 gennaio scorso quando il killer ha colpito con precisione e rapidità. Un’esecuzione studiata nei minimi dettagli, che ha messo fine alla vita di un uomo con un passato criminale di primo piano. Arrestato e condannato per omicidio e narcotraffico, Polifroni era una figura ingombrante nel sottobosco criminale calabrese.
Nonostante la detenzione domiciliare, il suo nome continuava a pesare negli ambienti della droga e della ‘ndrangheta. Per questo, il suo omicidio potrebbe essere un segnale chiaro di una riorganizzazione interna ai clan o di un regolamento di conti che coinvolge i grandi trafficanti di droga.
Un omicidio che sconvolge gli equilibri del narcotraffico
Polifroni non era un semplice spacciatore. Secondo le forze dell’ordine, faceva parte del circuito dei narcos di alto livello, quelli che contano e che muovono ingenti quantità di droga tra Calabria e America Latina. Fin dagli anni ’90, aveva costruito una rete di contatti con i cartelli internazionali, diventando un intermediario chiave per l’importazione e lo smistamento di stupefacenti nella bassa Locride.
Ora che è stato eliminato, gli equilibri sono destinati a cambiare. Il narcotraffico vive di stabilità e di gerarchie precise: un’esecuzione come questa scatenerà inevitabili ripercussioni. Chi ha ordinato la sua morte? Chi prenderà il suo posto nel traffico internazionale di droga? Cosa cambierà per la ‘ndrangheta e i narcos? Queste sono le domande su cui indagano gli inquirenti mentre cercano di ricostruire gli ultimi movimenti e i contatti di Polifroni.
Indagini in corso: l’omicidio non resterà impunito
A 31 giorni dalla sua morte, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria continua a raccogliere informazioni per risalire ai responsabili dell’omicidio. Gli investigatori stanno analizzando contatti, intercettazioni e flussi di denaro legati al narcotrafficante per comprendere chi possa aver tratto vantaggio dalla sua eliminazione.
Gli esperti di criminalità organizzata sanno che i narcos vivono di equilibrio, e ogni morte di un boss o di un referente importante porta a nuove dinamiche di potere. L’uccisione di Polifroni potrebbe portare a: scontri interni tra clan rivali, nuovi accordi nel traffico di droga internazionale, maggiore pressione investigativa su alcune famiglie criminali
L’indagine prosegue e difficilmente questo omicidio resterà impunito. Le prossime settimane saranno decisive per capire chi ha deciso di eliminare Polifroni e quali saranno le conseguenze nel panorama criminale.