Città unica del Cosentino, la presidente Succurro nella I Commissione del Consiglio regionale
«Io credo nel sogno della Città unica, che non è affatto una forzatura», ha detto Rosaria Succurro alla prima Commissione del Consiglio regionale della Calabria, che stamani l’ha ascoltata in veste di presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci calabrese sul progetto di unificare Cosenza, Rende e Castrolibero in un’unica città.
Sul tema, ha premesso Succurro nel proprio intervento, «c’è un dibattito sano e democratico che potrà illuminare i consiglieri regionali e, soprattutto i singoli elettori dei tre Comuni interessati, chiamati ad esprimersi sulla città unica mediante referendum».
«Da tanti anni – ha sottolineato la presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci Calabria – i territori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero sono strettamente conurbati tra di loro. Rende, Cosenza e Castrolibero sono complementari, territorialmente e culturalmente: a nord l’Università della Calabria e il centro storico di Rende, a sud il centro storico di Cosenza e l’ospedale dell’Annunziata,che diventa policlinico universitario grazie alla scelta lungimirante della nuova facoltà di Medicina proprio all’Unical.
Si aggiunge, poi, la presenza di infrastrutture viarie e ferroviarie principali: l’asse autostradale A2 del Mediterraneo, la statale 107 Silana-Crotonese e la linea ferroviaria Cosenza-Paola, di collegamento diretto con quella nazionale e speriamo presto parte integrante della linea ad alta velocità.
In sintesi, i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, rappresentano già un agglomerato urbano fisicamente continuo, caratterizzato anche da uno sviluppato sistema di servizi amministrativi, socio-sanitari e culturali».
«Altro dato di fatto – ha continuato Succurro – è che, sin dalla nascita della conurbazione,i nuovi residenti si sentivano parte di una città nuova ed unica, di cui coglievano e colgono tutte le complessive utilità.
Oggi ci si divide solo sul come gestire in maniera soddisfacente per tutti i cittadini interessati questa realtà, di fatto già unitaria».
«Opportunamente, il disegno di legge regionale in discussione – ha ricordato Succurro – affida a tutti i cittadini dell’area urbana la scelta del nome del nuovo Comune unico.
Vi sono importanti motivi a favore dell’unificazione amministrativa del territorio: la gestione dei trasporti, la sua sostenibilità economico-finanziaria, i vantaggi di una pianificazione urbanistica unitaria.
La verità, comprensibile dal punto di vista umano ma non da quello istituzionale, è che la fusione dei tre Comuni non è ritenuta conveniente da singoli operatori politici locali, perché – ha contestato Succurro – vi sarebbe maggioredifficoltà a essere eletti con pochi voti ma sicuri.Sarebbe invece il caso di essere più ottimisti e di non tenere lo sguardo basso».
Sul tema, ha premesso Succurro nel proprio intervento, «c’è un dibattito sano e democratico che potrà illuminare i consiglieri regionali e, soprattutto i singoli elettori dei tre Comuni interessati, chiamati ad esprimersi sulla città unica mediante referendum».
«Da tanti anni – ha sottolineato la presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci Calabria – i territori dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero sono strettamente conurbati tra di loro. Rende, Cosenza e Castrolibero sono complementari, territorialmente e culturalmente: a nord l’Università della Calabria e il centro storico di Rende, a sud il centro storico di Cosenza e l’ospedale dell’Annunziata,che diventa policlinico universitario grazie alla scelta lungimirante della nuova facoltà di Medicina proprio all’Unical.
Si aggiunge, poi, la presenza di infrastrutture viarie e ferroviarie principali: l’asse autostradale A2 del Mediterraneo, la statale 107 Silana-Crotonese e la linea ferroviaria Cosenza-Paola, di collegamento diretto con quella nazionale e speriamo presto parte integrante della linea ad alta velocità.
In sintesi, i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, rappresentano già un agglomerato urbano fisicamente continuo, caratterizzato anche da uno sviluppato sistema di servizi amministrativi, socio-sanitari e culturali».
«Altro dato di fatto – ha continuato Succurro – è che, sin dalla nascita della conurbazione,i nuovi residenti si sentivano parte di una città nuova ed unica, di cui coglievano e colgono tutte le complessive utilità.
Oggi ci si divide solo sul come gestire in maniera soddisfacente per tutti i cittadini interessati questa realtà, di fatto già unitaria».
«Opportunamente, il disegno di legge regionale in discussione – ha ricordato Succurro – affida a tutti i cittadini dell’area urbana la scelta del nome del nuovo Comune unico.
Vi sono importanti motivi a favore dell’unificazione amministrativa del territorio: la gestione dei trasporti, la sua sostenibilità economico-finanziaria, i vantaggi di una pianificazione urbanistica unitaria.
La verità, comprensibile dal punto di vista umano ma non da quello istituzionale, è che la fusione dei tre Comuni non è ritenuta conveniente da singoli operatori politici locali, perché – ha contestato Succurro – vi sarebbe maggioredifficoltà a essere eletti con pochi voti ma sicuri.Sarebbe invece il caso di essere più ottimisti e di non tenere lo sguardo basso».