Campo agricolo coltivato allagato dalla pioggia.
Campo agricolo coltivato allagato dalla pioggia.

Negli ultimi mesi, la Calabria è stata investita da un'ondata di maltempo caratterizzata da precipitazioni intense e persistenti, con effetti devastanti sull’agricoltura. Secondo i dati dell’ARPACAL, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, le piogge si sono concentrate principalmente nelle aree tirreniche settentrionali, estendendosi successivamente al resto della regione.

Queste precipitazioni hanno colpito duramente alcune delle aree agricole più produttive

La zona del Lametino, già segnata da eventi simili in passato. Centinaia di ettari di terreni sono stati sommersi da acqua e fango, compromettendo le coltivazioni di oliveti, agrumeti, vigneti, serre, vivai e ortaggi. In molti casi, il livello dell'acqua è salito fino alla chioma degli agrumi, mentre gli oliveti hanno subito ritardi nella raccolta a causa del terreno impantanato, che ha reso impossibile l'utilizzo di macchinari agricoli. Secondo un’analisi di Coldiretti, oltre il 40% del territorio agricolo calabrese si trova in aree a rischio idrogeologico, una condizione che amplifica l’impatto delle piogge torrenziali su terreni già fragili e spesso poco manutenuti.

Tra le colture più colpite figurano gli orti invernali

Un elemento fondamentale per l’agricoltura regionale. L’orto invernale è costituito da coltivazioni resistenti al freddo, come cavoli, verze, porri, rape, finocchi, radicchi, spinaci e altre verdure a foglia verde. Questi ortaggi sono selezionati per la loro capacità di prosperare nei mesi più rigidi, garantendo una produzione continua anche durante l’inverno. Tuttavia, le precipitazioni eccessive possono danneggiare gravemente queste colture. Il ristagno idrico nei terreni causa asfissia radicale e favorisce lo sviluppo di malattie fungine, come la peronospora e il marciume radicale. Inoltre, le piogge battenti possono rompere le foglie e compromettere la crescita delle piante più giovani, riducendo la resa dei raccolti e provocando perdite economiche significative.


Il maltempo in Calabria si inserisce in un quadro nazionale allarmante. Secondo l’analisi di Coldiretti, che si basa sui dati della banca Eswd, il 2024 ha visto un totale di 3773 eventi estremi, tra cui nubifragi, grandinate, tornado e tempeste di vento, segnando un aumento del 9% rispetto al 2023. Rispetto al 2014, gli eventi estremi si sono quadruplicati in appena un decennio, confermando il peso sempre maggiore dei cambiamenti climatici. Questi fenomeni hanno provocato danni per 9 miliardi di euro solo nel 2024. La combinazione di maltempo e siccità ha colpito colture simbolo come il grano (-20%), l’olio d’oliva (-32%), il riso e le nocciole. In aggiunta, le epidemie zootecniche – dalla peste suina africana alla lingua blu – hanno aggravato ulteriormente la situazione nelle stalle italiane.

La gravità degli eventi climatici 

Richiede misure urgenti per mitigare i danni e proteggere il settore agricolo. Tra le soluzioni proposte, la manutenzione dei corsi d’acqua e l’implementazione di sistemi di drenaggio efficienti sono fondamentali per ridurre il rischio di allagamenti. Inoltre, gli agricoltori possono adottare tecniche agricole resilienti, come l’uso di pacciamatura per regolare l’umidità del suolo e la copertura degli ortaggi con teli protettivi durante i periodi di maltempo.

Questi eventi estremi evidenziano come il cambiamento climatico non sia una minaccia futura, ma una realtà che sta già influenzando il presente. La Calabria, con il suo vasto patrimonio agricolo, è un esempio emblematico della necessità di agire rapidamente per proteggere le comunità locali e le economie rurali. La sfida non riguarda solo la gestione del rischio, ma anche la capacità di innovare e adattarsi, trasformando i sistemi agricoli in modelli più resilienti e sostenibili. Solo con un impegno collettivo sarà possibile affrontare le emergenze climatiche e preservare il ruolo centrale dell’agricoltura nella vita e nella cultura del territorio.