Catania, prima bambina nata dopo un trapianto di utero: solo sei casi nel mondo
E' stata la dimostrazione dell'evoluzione medica e scientifica che rende possibile anche l'impossibile: a Catania, nasce Alessandra, la prima bambina ad essere stata concepita dalla donna che ha ricevuto il primo trapianto di utero in Italia. Un miracolo della scienza che conta sei casi in tutto il mondo e per cui l'equipe del Centro trapianti dell'Azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Catania - luogo in cui la donna è stata da sempre seguita - potrà orgogliosamente vantare un trionfo alla vita.
La mamma di Alessandra è nata senza utero, essendo affetta da una rara malattia conosciuta con il nome di sindrome di Rokitansky. All'età di 31 anni, ha deciso di sottoporsi al trapianto dell'organo mancante prelevato da una donna deceduta. L'intervento è avvenuto nell'agosto 2020, in piena emergenza pandemica. Successivamente, la ragazza è stata seguita presso il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro, luogo in cui, in un secondo momento, deciderà di di intraprendere - insieme al marito - il percorso di fecondazione assistita omologa. Il desiderio di maternità - infatti - ha pervaso la 31enne che, dopo due anni dal trapianto, ha voluto tentare quello che sembrava poter essere solo un miracolo.
Il professore ordinario di chirurgia vascolare e trapianti dell'Università degli studi di Catania, Pierfrancesco Veroux, ha voluto spiegare che “si è trattato di un trapianto estremamente complesso che ha presentato sin dall'inizio le difficoltà tecniche che ne limitano l'uso estensivo nel mondo. In questo caso l'utero, sin dal declampaggio dei vasi, ha mostrato una grande vitalità che ha poi permesso grazie a una perfusione ottimale di vivere nella paziente e di portare a termine una gravidanza quanto mai attesa. Il Centro trapianti da me diretto ha seguito in questi due anni con cadenza settimanale la futura mamma al fine di monitorare le condizioni cliniche e modulare la terapia immunosoppressiva, soprattutto nella delicata fase finale condizionata dal Covid. L'utero trapiantato, al momento della nascita della nostra piccola Alessandra, ha confermato la piena funzionalità, facendo ben sperare per il futuro".
Una vicenda che ha segnato un ulteriore trionfo della Scienza, che ha visto, ancora una volta, il progresso della medicina moderna e la possibilità di sopraggiungere ai naturali limiti umani.
La mamma di Alessandra è nata senza utero, essendo affetta da una rara malattia conosciuta con il nome di sindrome di Rokitansky. All'età di 31 anni, ha deciso di sottoporsi al trapianto dell'organo mancante prelevato da una donna deceduta. L'intervento è avvenuto nell'agosto 2020, in piena emergenza pandemica. Successivamente, la ragazza è stata seguita presso il reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro, luogo in cui, in un secondo momento, deciderà di di intraprendere - insieme al marito - il percorso di fecondazione assistita omologa. Il desiderio di maternità - infatti - ha pervaso la 31enne che, dopo due anni dal trapianto, ha voluto tentare quello che sembrava poter essere solo un miracolo.
Il professore ordinario di chirurgia vascolare e trapianti dell'Università degli studi di Catania, Pierfrancesco Veroux, ha voluto spiegare che “si è trattato di un trapianto estremamente complesso che ha presentato sin dall'inizio le difficoltà tecniche che ne limitano l'uso estensivo nel mondo. In questo caso l'utero, sin dal declampaggio dei vasi, ha mostrato una grande vitalità che ha poi permesso grazie a una perfusione ottimale di vivere nella paziente e di portare a termine una gravidanza quanto mai attesa. Il Centro trapianti da me diretto ha seguito in questi due anni con cadenza settimanale la futura mamma al fine di monitorare le condizioni cliniche e modulare la terapia immunosoppressiva, soprattutto nella delicata fase finale condizionata dal Covid. L'utero trapiantato, al momento della nascita della nostra piccola Alessandra, ha confermato la piena funzionalità, facendo ben sperare per il futuro".
Una vicenda che ha segnato un ulteriore trionfo della Scienza, che ha visto, ancora una volta, il progresso della medicina moderna e la possibilità di sopraggiungere ai naturali limiti umani.