Traffico illecito di rifiuti: maxi operazione dei Carabinieri del NOE, nove arresti
Smaltimento illegale di rifiuti speciali tra Campania, Puglia, Calabria e Basilicata: nove arresti, 34 indagati e sequestri per un milione di euro
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L’operazione e le province coinvolte
Un vasto traffico illecito di rifiuti è stato smantellato grazie a un’operazione coordinata dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Lecce e Bari, con il supporto dei comandi provinciali territorialmente competenti. Nove persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).
Traffico illecito di rifiuti
Le misure sono state eseguite il 5 febbraio 2025 nelle province di Bari, Taranto, Trani/Barletta, Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, gestione illecita e impedimento al controllo.
Come operava l’organizzazione criminale
L’inchiesta, partita nel giugno 2023, ha ricostruito un sistema complesso di smaltimento illecito di rifiuti speciali provenienti da impianti di trattamento della Campania e della Puglia, che invece di essere conferiti in siti autorizzati venivano scaricati illegalmente in capannoni abbandonati o terreni agricoli.
Gli indagati avrebbero falsificato autorizzazioni ambientali per trasportare e smaltire rifiuti industriali, utilizzando la società EKO srl di Onano (VT) come copertura. I documenti alterati attestavano falsamente la disponibilità di impianti di trattamento, mentre in realtà i rifiuti venivano abbandonati in diverse località di Puglia, Calabria, Campania e Basilicata, in particolare nelle province di Taranto, Cosenza, Avellino e Matera.
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Le aree trasformate in discariche abusive
L’indagine ha portato alla scoperta di diverse discariche illegali tra cui:
- Villapiana (CS)
- Cassano allo Ionio (CS)
- Ferrandina (MT)
- Pulsano (TA)
I rifiuti, spesso organizzati in balle reggiate, comprendevano scarti tessili, frazione indifferenziata di rifiuti solidi urbani (RSU) e rifiuti industriali, classificati con i codici EER 191212 e 150106. Una volta depositati, in alcuni casi venivano incendiati, aggravando l’inquinamento e rendendo l’aria irrespirabile.
Un giro d’affari da un milione di euro
L’attività illecita ha generato un profitto stimato in oltre un milione di euro, motivo per cui la magistratura ha disposto sequestri per equivalente. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati:
- Tre aziende di trattamento rifiuti a Giugliano (NA), Onano (VT) e San Martino Valle Caudina (AV)
- Tre capannoni industriali a Pulsano (TA) e Cassano allo Ionio (CS)
- Due terreni agricoli a Villapiana (CS)
- 25 automezzi tra motrici e rimorchi
Le misure cautelari e gli sviluppi giudiziari
I provvedimenti restrittivi riguardano autisti, organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori delle società coinvolte. L’obiettivo è impedire la prosecuzione delle attività illecite e la distruzione di prove attraverso la produzione di documentazione falsa.
Oltre alle nove persone arrestate, altre 34 sono state denunciate e sono attualmente indagate. Gli arrestati restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva, e il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.
L’inchiesta rappresenta un duro colpo ai traffici ambientali illeciti e sottolinea la necessità di una maggiore vigilanza sullo smaltimento dei rifiuti, per contrastare il degrado ambientale e la criminalità organizzata.