La posizione di Coldiretti sul Consorzio Alto Ionio Reggino
La Coldiretti di Reggio Calabria prende nettamente le distanze e si dissocia dalla gestione dell’attuale presidente del Consorzio di Bonifica Alto Ionio Reggino (ex Caulonia) Arturo Costa che palesemente viòla la L.R. 11/2003 e lo Statuto. “E’ una decisione senza appello – dichiarano Stefano Bivone e Pietro Sirianni Presidente e Direttore della Coldiretti di Reggio Calabria – poiché non possiamo assolutamente accettare l'unilateralità delle decisioni e la gestione personalistica che hanno svuotato di fatto gli organi democraticamente eletti, Deputazione e Consiglio. Delibere Presidenziali “a raffica” adottate in via d’urgenza e mai portate a ratifica, che stabiliscono pagamenti di vario tipo, per i quali ci dissociamo, nonostante che, a tutt’oggi - aggiungono - non è stato approvato il Bilancio Preventivo 2020 (solo l’esercizio provvisorio in dodicesimi), la cui scadenza era il 30 novembre 2019 e nemmeno il Bilancio Consuntivo 2019, la cui scadenza era il 30 giugno 2020. Il Revisore Unico dei Conti nominato dalla Regione Calabria – riferiscono i dirigenti Coldiretti - recentemente aveva inviato una circostanziata nota al Presidente Costa, richiamandolo ai suoi doveri di Rappresentante Legale dell’Ente e invitandolo formalmente a portare in discussione i Bilanci per poi essere approvati dagli Organi Consortili e inviati alla Struttura di Controllo dell’Assessorato Agricoltura. Ma neanche questa richiesta, nonostante provenisse da una autorità indipendente che vigila sulla corretta Amministrazione è stata tenuta in considerazione. E’ opportuno riferire ulteriormente – proseguono – che, a norma di Statuto da parte dei Consiglieri del Consorzio, è stata presentata da oltre un mese una dettagliata mozione di sfiducia al Presidente che, salvo sorprese, sarà discussa il prossimo 7 agosto. E’ evidente - concludono - che ormai da tempo è iniziato l’incendio e noi non intendiamo assolutamente spegnerlo perché quello che Costa sta facendo da qualche tempo, insieme ai profili di non rispetto delle norme e della trasparenza degli atti, non risponde al programma elettorale e di governo del Consorzio e penalizza fortemente, di conseguenza, i consorziati, l’economia del settore agricolo e i territori deprimendo il ruolo di autogoverno degli agricoltori e il rilancio delle attività che concorrono allo sviluppo dell'agricoltura.