Auto della Polizia Questura
Auto della Polizia Questura

L'episodio della bottiglia di benzina lasciata come messaggio intimidatorio davanti a un esercizio commerciale nella zona di Spirito Santo, a Reggio Calabria, sembra essere collegato a tensioni legate alla criminalità organizzata. Il proprietario della rosticceria, Tommaso Marzullo, è cognato di Davide Bilardi, un nuovo collaboratore di giustizia di 49 anni, che ha iniziato a fare dichiarazioni contro la cosca Libri nell'ambito dell'inchiesta "Atto Quarto".

L'intimidazione

L'intimidazione è stata presa molto seriamente dagli inquirenti, specialmente perché la zona in cui si trova il locale è sotto il controllo della cosca Libri, storicamente attiva a Reggio Calabria. Bilardi, nei suoi primi verbali resi alla Direzione distrettuale antimafia (Dda), ha già fatto riferimento a questo locale, affermando che vi erano stati contatti con esponenti della cosca, come Claudio Bianchetti, che si era lamentato del fatto che l'attività fosse stata avviata senza il necessario "nulla osta" della cosca. Tuttavia, Bilardi sostiene di aver informato i capi della cosca, Totò Libri ed Edoardo Mangiola, ottenendo la loro approvazione.

Le forze dell'ordine

Le forze dell'ordine, con il supporto della squadra mobile e la Direzione distrettuale antimafia, stanno ora indagando per capire questa intimidazione possa essere una ritorsione o un messaggio diretto al collaboratore di giustizia, Davide Bilardi. Le dichiarazioni del collaboratore hanno probabilmente destabilizzato la cosca, portando a questo atto di intimidazione nei confronti della sua famiglia.

Il contesto di questa vicenda sottolinea la complessità delle dinamiche mafiose a Reggio Calabria, dove il controllo del territorio è spesso legato a estorsioni e autorizzazioni tacite per le attività commerciali. L'indagine su questo episodio potrebbe portare a nuovi sviluppi nel contrasto alla 'ndrangheta, già sotto pressione per le dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Bilardi.