Crollo della Marmolada, si intensificano le ricerche: 7 vittime, speranza per i 13 dispersi
I loro corpi potrebbero rimanere dispersi, aggravando ancor di più la tragedia di un cataclisma che ha portato alla morte di sette persone. Si intensificano le ricerche dei dispersi sulla Marmolada - nel trentino - a seguito del crollo di un ghiacciaio la scorsa domenica. Tre le vittime identificate, Filippo Bari, Tommaso Carollo e Paolo Dani, mentre gli altri quattro sarebbero ancora da accertare. Tra i dispersi, dieci sono di nazionalità italiana e tre di origine ceca.
Un dramma che trova rifugio nella speranza di ritrovare quei cuori ancora battenti tra le valanghe, alimentando ancor di più l'intensità delle ricerche che - nella mattinata odierna - sono riprese all'affiorare delle prime luci.
Un'impresa catartica, considerando la quantità di neve e ghiaccio che ha sotterrato i giovani alpinisti, tutti appassionati di scalate. I familiari stringono a sé le foto dei loro sorrisi, uniti nella preghiera di poter riabbracciare i propri cari, dimenticando il tutto come un brutto incubo.
«I corpi potrebbero riaffiorare tra settimane o mesi, quando il caldo scioglierà il ghiaccio che li ha sepolti. Qualcuno però potrebbe non essere più trovato» sostiene il capo nazionale del soccorso alpino, Maurizio Dellantonio, in un’intervista rilasciata a Repubblica.
Dichiarazione che non ferma l'impeto dei soccorsi, i quali si stanno impegnando nelle varie tecniche di ricerca, in una folle corsa contro il tempo.
Da domani o al massimo dopodomani il Soccorso alpino tenterà l'ispezione del ghiacciaio della Marmolada "vista-udito" con specialisti delle ricerche e con unità cinofile, nella speranza che non venga incrementato ulteriormente il numero delle vittime.
Un dramma che trova rifugio nella speranza di ritrovare quei cuori ancora battenti tra le valanghe, alimentando ancor di più l'intensità delle ricerche che - nella mattinata odierna - sono riprese all'affiorare delle prime luci.
Un'impresa catartica, considerando la quantità di neve e ghiaccio che ha sotterrato i giovani alpinisti, tutti appassionati di scalate. I familiari stringono a sé le foto dei loro sorrisi, uniti nella preghiera di poter riabbracciare i propri cari, dimenticando il tutto come un brutto incubo.
«I corpi potrebbero riaffiorare tra settimane o mesi, quando il caldo scioglierà il ghiaccio che li ha sepolti. Qualcuno però potrebbe non essere più trovato» sostiene il capo nazionale del soccorso alpino, Maurizio Dellantonio, in un’intervista rilasciata a Repubblica.
Dichiarazione che non ferma l'impeto dei soccorsi, i quali si stanno impegnando nelle varie tecniche di ricerca, in una folle corsa contro il tempo.
Da domani o al massimo dopodomani il Soccorso alpino tenterà l'ispezione del ghiacciaio della Marmolada "vista-udito" con specialisti delle ricerche e con unità cinofile, nella speranza che non venga incrementato ulteriormente il numero delle vittime.