L'ex giudice della corte d'appello di Catanzaro Marco Petrini, e l'avvocato Marcello Manna, sindaco di Rende, sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno dal gup di Salerno.

Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche ed escluso l'aggravante mafiosa che gravava sul capo di imputazione di corruzione in atti giudiziari.

Per i due, difesi, rispettivamente, dagli avvocati Francesco Calderaro e Nicola Carratelli, è stata disposta anche l'interdizione dai pubblici uffici. Il pm aveva chiesto la condanna a 8 anni per Petrini e 6 per Manna.
Secondo l'accusa, il 30 maggio 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini 5.000 euro in contanti all'interno una busta contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato, afferma l'accusa, "la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l'iter decisionale della corte d'assise d'appello da lui presieduta" emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dell'imputato Francesco Patitucci, difeso da Manna, condannato in primo grado, in abbreviato, a 30 anni di reclusione per concorso nell'omicidio di Luca Bruni commesso a Castrolibero il 3 gennaio 2012. La sentenza d'appello che assolve Patitucci, secondo l'accusa, sarebbe stata "contaminata in radice dagli eventi corruttivi".

Petrini, inoltre, avrebbe a sua volta sollecitato Manna a intervenire in favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie di Petrini, sull'allora presidente della Calabria Film Commission per l'attribuzione di un contributo previsto da un bando del gennaio 2019 per il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche. Contributo che fu erogato dopo la stipula di una convenzione dell'ottobre 2019.