Il conto della giustizia: la condanna di Franco Pino e la fine di un capitolo della 'Ndrangheta
Le condanne per gli omicidi di Lenti e Gigliotti segnano la fine di un capitolo oscuro della 'Ndrangheta cosentina
La giustizia, prima o poi, riesce sempre a fare il suo corso, e in alcuni casi, come quello che riguarda il super pentito della 'Ndrangheta di Cosenza, Franco Pino, l’esito è inevitabile. L'uomo, noto per essere stato uno degli affiliati più temuti, è stato arrestato a seguito di una condanna definitiva per l’omicidio di Francesco Lenti e Marcello Gigliotti, un crimine avvenuto oltre 40 anni fa. Un altro nome che si aggiunge alla lista delle condanne è quello di Francesco Patitucci, attuale capo delle cosche “confederate” nell’area della Sila, che ha recentemente ricevuto una sentenza di 20 anni di reclusione nell'ambito dell'inchiesta Reset.
La condanna di Franco Pino per l'omicidio Lenti-Gigliotti
Franco Pino ha visto confermare dalla Corte di Cassazione gli 8 anni di carcere precedentemente inflitti in merito agli omicidi di Lenti e Gigliotti. La vicenda, riportata dalla Gazzetta del Sud, riguarda due omicidi brutali avvenuti negli anni ‘80. Lenti fu decapitato, mentre Gigliotti subì torture prima di essere ucciso. La motivazione alla base di questi crimini, orchestrati dalla cosca che all’epoca Pino rappresentava, era l’insofferenza nei confronti dei due uomini, accusati di non rispettare le regole interne e di agire con troppa autonomia e violenza.
Le condanne agli altri membri della cosca
Non solo Franco Pino è stato condannato, ma la Dda di Catanzaro ha ottenuto anche tre condanne all’ergastolo per Gianfranco Ruà, Gianfranco Bruni e lo stesso Francesco Patitucci, ritenuti coinvolti in vario modo nella vicenda e nel contesto della criminalità organizzata cosentina. I crimini commessi dai due rapinatori, Lenti e Gigliotti, che facevano parte del clan Pino-Sena, avevano infatti messo a repentaglio l’equilibrio della mafia locale, tanto che fu deciso di eliminarli senza pietà.
Il racconto dei pentiti e la trappola mortale
La verità su quanto accaduto è venuta alla luce grazie alle dichiarazioni di diversi pentiti, tra cui lo stesso Franco Pino. Secondo quanto emerso, Lenti e Gigliotti furono attirato nella casa di Francesco Patitucci a Rende, con la scusa di una "frittoliata". Tuttavia, questa si rivelò una trappola mortale, con i due uomini che furono brutalmente uccisi. I loro corpi furono poi abbandonati in una zona isolata, nei pressi di Falconara Albanese, dove vennero ritrovati dopo una settimana, semisepolti dalla neve.