Cinquant’anni fa l’elezione del primo rettore dell’Università della Calabria
Il 28 maggio del 1971, cinquant’anni fa, l’Università della Calabria eleggeva il suo primo rettore. A guidare l’ateneo, da lì e fino al 1975, sarebbe stato Beniamino Andreatta, ordinario di Politica economica e finanziaria proveniente dall’ateneo di Bologna.
Il profilo - Originario di Trento, Andreatta all’epoca ha solo 43 anni ma ha già alle spalle una consolidata esperienza in ambito accademico e non solo. Ha studiato alla Cattolica di Milano, a Padova e a Cambridge ed è diventato ordinario a 34 anni, all’Università di Ancona. Nel ’68 è stato chiamato a Trento, nel Comitato ordinatore dell’Istituto di Scienze sociali della Facoltà di Sociologia, e ha affrontato l’infuocata stagione della protesta studentesca. A Bologna, nel 1969, ha fondato l’Istituto di Scienze economiche. Qualche anno prima, nel ’61, era stato in India, per conto del Massachusetts Institute of Technology (MIT), come componente di un gruppo internazionale di consulenti della Plannig Commission del governo di Jawaharlal Nehru. E nel ’63 era stato scelto dal presidente del Consiglio Aldo Moro come consigliere economico, nel primo governo di centrosinistra.
La nascita del campus - La sua avventura all’Unical inizia nell’aprile del ’71, quando viene nominato membro del comitato ordinatore della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali, insieme a Paolo Sylos Labini e Adriano Vanzetti. Sono appunto i componenti della sua Facoltà e delle altre appena istituite (Lettere e Filosofia, Ingegneria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali) a eleggerlo, a maggio, rettore. «I miei colleghi ritengono che abbia avuto una serie di esperienze di tipo imprenditoriale, necessarie per far sorgere un centro universitario nuovo» racconta in un’intervista al Resto del Carlino nel giugno del 1971.
La sfida è ardua. In quei mesi del ’71 l’Università della Calabria non ha ancora una sede. Con decreto del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat è stata assegnata a Cosenza, ma non sono stati ancora individuati né l’area, né i terreni su cui sorgerà. Beniamino Andreatta accetta l’elezione a rettore con riserva, fino al termine dell’anno accademico: «Sono disposto a occuparmi dell’Università calabra – dice ancora in quell’intervista – soltanto se esistono le condizioni obiettive perché si possa mettere l’università stessa in grado di funzionare (…) Sarebbe importante, peraltro, fornire alla Calabria l’esempio di un’opera attuata con mediazione e con rapidità». Un impegno mantenuto: in campo a un anno l’Unical sarà pronta ad aprire le iscrizioni e ad avviare i corsi.
Seguendo le procedure normali, secondo le stime dello stesso Andreatta, sarebbero serviti dai 4 ai 6 anni per far partire le attività. Il nuovo rettore si fa autorizzare procedure speciali per la costruzione degli stabili e il reclutamento del personale.
E mentre dà il via al primo anno accademico – il 1972/1973 – della nuova università, Andreatta inizia anche a immaginare e modellare quello che sarà il campus. Andreatta lo descrive così: «L’Università di Cosenza deve diventare una città dei giovani, con tutti i servizi e le infrastrutture necessarie. Bisogna adottare una nuova mentalità di studio, come quella che hanno gli studenti inglesi di Oxford o di Cambridge, e attuare un nuovo ambiente con campi sportivi, luoghi di ritrovo, di divertimento, di studio. A Cosenza deve sorgere una società veramente nuova di giovani, in una dimensione di grande libertà. Una cosa simile in Italia non esiste».
A Beniamino Andreatta l’Unical ha dedicato nel 2009 il Centro Congressi, struttura che ospita l’Aula Magna dell’ateneo, nel corso di una cerimonia alla quale ha preso parte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Nino Andreatta, un uomo del Nord con la passione per il Mezzogiorno – disse in quell’occasione il capo dello Stato – Passione che faceva tutt’uno con il sentimento di un dovere nazionale».