La processionaria del pino è un lepidottero dal nome scientifico Thaumetopoea pityocampa D.che si nutre delle foglie dei pini e altre conifere. Essa è un infestante molto aggressivo e distruttivo, che può portare alla defogliazione totale dell'albero che attacca. Questo insetto termofilo, purtroppo è ormai presente da più tempo sui pini larici dell’Altopiano Silano, creando no pochi problemi. Noi, per meglio capire la sua dannosità, abbiamo intervistato, il professor Antonio Mazzei , responsabile scientifico del Laboratorio di Entomologia Applicata del Museo di Storia Naturale della Calabria all’ UNICAL .

 

 Mazzei, come si manifesta la processionaria?

 

I bruchi di questa farfalla si nutrono degli aghi dei pini, ed hanno la caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorte di processione.  Le femmine depongono le uova alla base degli aghi dei pini, in ammassi cilindrici contenente da 70 a 300 uova.  Dopo 30-45 giorni, le uova si schiudono e fuoriescono le larve che iniziano a nutrirsi delle foglie. In autunno i bruchi formano un nido sericeo, nel quale affrontano l’inverno. In primavera, i bruchi scendono dall’albero in processione per andare ad interrarsi nel terreno dove si trasformano in farfalla ed emergere dal suolo in estate e continuare il ciclo.

 

Qual è la situazione attuale per quel che riguarda l’Altopiano Silano?

 

Su tutto il territorio pre-silano la diffusione della “processionaria del pino”, nel corso degli ultimi decenni, è notevolmente accentuata rappresentando, in alcuni casi, un problema serio per tutte le conseguenze igienico-sanitarie (reazioni irritativa e infiammatori, congiuntivite, allergie …) che ne derivano dai peli urticanti delle larve che possono essere facilmente liberati nell’aria e trasportati dal vento.

Visto che rappresenta una minaccia anche per l’uomo, spesso si cercano soluzione di disinfestazioni mediante l’utilizzo di prodotti fitosanitari per debellare l’infestazione.  L’utilizzo di questi prodotti chimici, ha un rovescio della medaglia importante, in quanto nuocciono non solo alla processionaria, ma anche sulla nostra salute e sull'ambiente.

 

Come si può arginare questo fenomeno?

 

È stato dimostrato che quando un albero è in piena salute, che vive nel suo habitat ideale, riesce a contrastare in maniera naturale l’attacco della processionaria.

Inoltre, esistono antagonisti (predatori naturali) della processionaria come diversi insetti geoadefagi come la Calosoma sycophanta L., (coleottero carabidi) dal stupendo colore verde metallico, le formiche rosse come la Formica rufa. Ed anche uccelli che riescono a cibarsene senza subire danni dai peli urticanti. In particolare passeriformi come la cinciallegra (Parus major L.,). Il cuculo (Cuculus canorus L.,) specializzato nella predazione di larve agli stadi finali.

 

 

Cosa può spingere l’aumento cosi vertiginoso della presenza della processionaria nella pre-sila?

 

Negli anni ’50-60 del secolo scorso, sono state piantate pinete in aree dove il pino trova alcune difficoltà a crescere (territori a bassa quota, lungo strade con intenso traffico, …).

Oggi in queste aree si trovano esemplari deboli, facilmente attaccabili dai parassiti. Per non parlare dei cambiamenti climatici che favoriscono il ciclo vitale della processionaria.

In presenza di forti attacchi, gli alberi colpiti possono essere completamente privati degli aghi. Mentre infestazioni ripetute per più anni di seguito possono indebolire le piante al punto da portala alla morte.

Quindi, trovare una soluzione al problema non è facile, visto che anche in questo caso è stato l’uomo a compromettere un equilibrio naturale.