Alloggi popolari, passa in Consiglio la petizione popolare sugli 11 milioni del Decreto Reggio
Approvato in Consiglio comunale all’unanimità il ripristino del finanziamento di 11 milioni di euro del “Decreto Reggio”, finalizzato all’acquisto di alloggi popolari. Lo scorso 30 settembre, i consiglieri comunali hanno detto sì alla proposta avanzata dalla Petizione popolare, promossa dall'Osservatorio sul disagio abitativo e firmata da oltre 500 cittadine e cittadini. La scelta di correggere la decisione del 2016, che stornava lo stesso finanziamento per destinarlo ad altre opere, costituisce l'impegno per il rilancio della politica abitativa per le famiglie a basso reddito .
È un atto positivo, ma la lunga discussione in Consiglio, precedente alla votazione, necessita da parte nostra di alcuni chiarimenti fondamentali.
L’iniziativa della destinazione dei fondi per gli alloggi popolari non è nata in occasione della campagna elettorale, come invece è stato detto.
A dare la spinta per arrivare a questa decisione, è stata la presentazione della petizione popolare, promossa dalle associazioni e dai movimenti.
La costante e faticosa attività, con la quale l’Osservatorio sul disagio abitativo ha seguito lo sviluppo della petizione, in tutte le fasi previste dal regolamento comunale sugli istituti di partecipazione, è alla base della decisione presa dal Consiglio Comunale e ancora prima dalla Giunta.
È necessario sottolineare che le associazioni e i movimenti, riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo, realizzano da tempo delle attività di politica abitativa che hanno come obiettivo l’esigibilità del diritto alla casa, operando con le persone attraverso le azioni di partecipazione popolare alla politica. È un'azione di politica dal “basso”, che si confronta criticamente e dialetticamente con il potere politico e istituzionale, ma che si muove, per propria scelta costitutiva, senza alcun legame con questi poteri e con le competizioni elettorali a questi funzionali.
L’Osservatorio quindi, anche in merito al presupposto pericolo, esposto in Consiglio, della possibilità che l’operazione di acquisto degli alloggi possa servire alla campagna elettorale, si impegnerà affinché il bando pubblico di acquisto degli alloggi contenga in modo chiaro tutte le condizioni necessarie per soddisfare, esclusivamente, il diritto fondamentale ad un alloggio adeguato per le famiglie con reddito basso. Il bando pubblico dovrà garantire che gli alloggi acquistati siano in perfette condizioni strutturali, in regola con gli impianti e le normative, che siano immediatamente subito abitabili ed equamente distribuiti sul territorio comunale, evitando concentramenti ghettizzanti.
Per quanto riguarda invece le vendite degli alloggi popolari, messe in evidenza in Consiglio come iniziative utili per il diritto alla casa, si ritiene che sia vero il contrario. Le vendite degli alloggi sono sempre servite per coprire i buchi di bilancio, riducendo il patrimonio pubblico degli alloggi popolari, unica garanzia del diritto alla casa per le famiglie più deboli.
La vendita degli alloggi popolari fa pagare ai più deboli i debiti generati dai più forti, oltre ad accontentare assegnatari ed eredi, anche quando non ne avrebbero bisogno.
Difatti è l’acquisto di alloggi nuovi ed abitabili da subito (ed una manutenzione ordinaria programmata e continua del vecchio patrimonio) che costituiscono una politica abitativa a favore delle fasce più deboli e non la vendita.
Pertanto, si auspica che il Dirigente del settore “Decreto Reggio”, A. Cristiano, provveda in tempi celeri a trasmettere al Ministero delle Infrastrutture la richiesta del parere del Comitato Ministeriale (di cui all’articolo 1 della legge 246/1989- Decreto Reggio ) e la delibera di Consiglio. L’Osservatorio sul disagio abitativo si impegnerà a sollecitare il Ministero affinché il Comitato decida in breve tempo.