Castrovillari: al via il progetto teatrale per le detenute "Draghe e Principesse"
Un laboratorio teatrale ispirato alle fiabe calabresi aiuterà le detenute della Casa Circondariale di Castrovillari a esprimersi e a riscoprire sé stesse attraverso l’arte

Un laboratorio di teatro per la riabilitazione e l’inclusione
Dal 12 febbraio prenderà il via presso la Casa Circondariale di Castrovillari il progetto di pedagogia teatrale "Draghe e Principesse: viaggio nel mondo magico delle fiabe calabresi", rivolto alle detenute. L’iniziativa punta a creare un ponte tra teatro e fiaba, offrendo alle partecipanti uno spazio di espressione, crescita e socializzazione attraverso la riscoperta della tradizione orale calabrese.
Il progetto è promosso dall’associazione Hermit Crab in collaborazione con l’Associazione I Frati (Ex Convento) di Belmonte Calabro e la Casa Circondariale di Castrovillari, con il sostegno dei fondi Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese.
detenute "Draghe e Principesse"
Il potere della fiaba nella pedagogia teatrale
L’iniziativa si ispira agli studi dello psicanalista Bruno Bettelheim e alla raccolta di fiabe popolari calabresi dello studioso Letterio di Francia. Durante il laboratorio, le partecipanti saranno guidate in un viaggio narrativo ed emozionale, esplorando le fiabe attraverso il linguaggio teatrale e corporeo. Il percorso prevede la selezione e l’analisi delle storie più significative per il gruppo, con l’obiettivo di creare una mappatura emozionale e culturale del vissuto collettivo.

Un approccio innovativo e multidisciplinare
Il laboratorio utilizzerà diverse tecniche teatrali per stimolare la creatività e favorire il benessere psico-fisico delle partecipanti. Analisi del testo, poetica del clown, vocal coaching, teatro degli oggetti e teatro delle ombre saranno alcuni degli strumenti impiegati per permettere alle detenute di scoprire e valorizzare la propria espressività.
"Le donne si scopriranno autrici, costruttrici, attrici e spettatrici della loro messa in scena. Questo percorso consentirà loro di ridurre ansia e stress, migliorare la gestione delle emozioni e apprendere un contenimento della reattività e degli impulsi" dichiarano Ester Tatangelo e Stefano Cuzzocrea, pedagoghi del progetto.
Un impatto che va oltre le detenute
Il percorso culminerà in una dimostrazione finale, che si terrà nel teatro interno alla casa circondariale. Un momento di condivisione in cui le partecipanti potranno raccontare il loro viaggio artistico e personale.
Ma i benefici del progetto non si fermeranno alle sole detenute. L’iniziativa coinvolgerà anche operatori, educatori e professionisti della comunità penitenziaria, contribuendo a costruire un ambiente più inclusivo e collaborativo. Il teatro diventa così uno strumento di cambiamento culturale, capace di creare connessioni tra il dentro e il fuori, abbattendo barriere e pregiudizi.
Il teatro come strumento di speranza
Finanziato dai fondi Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese, "Draghe e Principesse" rappresenta un esempio concreto di come l’arte possa portare speranza e trasformazione anche in contesti difficili. Il teatro, attraverso il potere delle storie, diventa un mezzo per riscoprire sé stessi, immaginare nuovi percorsi di vita e ricostruire il proprio rapporto con la società.