Carabinieri ricordano il 33° anniversario dell'omicidio Lio
L'Appuntato scelto venne ucciso in un posto di blocco nel 1991
L'appuntato scelto Renato Lio, ucciso nella notte del 20 agosto del 1991, in località Russomanno nel comune di Satriano, mentre era impegnato in un posto di blocco a seguito di un servizio di perlustrazione, è stato ricordato nel corso di una cerimonia che si è svolta a Soverato e Satriano.
Il ricordo
Dopo la deposizione di una corona d'alloro, offerta dall'Amministrazione comunale di Soverato, nella stele prospiciente il Comando Compagnia Carabinieri è poi seguita la celebrazione di una messa nella Chiesa di S.Maria Immacolata, officiata dal cappellano militare del Comando Legione Calabria don Vincenzo Ruggiero, alla quale hanno partecipato, oltre alla vedova e ai familiari dell'Appuntato Lio, il comandante provinciale, colonnello Giuseppe Mazzullo, il sostituto procuratore di Catanzaro, Debora Rizza e il Procuratore capo di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, il prefetto di Catanzaro, Enrico Ricci, rappresentanti della Questura, della guardia di finanza, il comandante della Capitaneria di Porto, e rappresentanze dell'Associazione nazionale carabinieri e dei sindacati dell'Arma dei Unarma, Sim, Usic e i sindaci di di Satriano e Soverato.
"Al termine della funzione - riporta una nota - la famiglia Lio ed i soli militari dell'Arma hanno raggiunto la rotatoria "Russomanno" di Satriano marina, dove è stata deposta, da due carabinieri in Gus e due agenti della Polizia locale una corona d'alloro ai lati della lapide dislocata dove è avvenuto l'assassinio 33 anni fa.
Il valore
Il sacrificio dell'appuntato Lio, l'ennesimo contributo di sangue dell'Arma per l'affermazione della giustizia, viene ricordato nella motivazione della Medaglia d'oro al valor civile alla memoria concessa al graduato: 'Capo equipaggio di una pattuglia del Nucleo Radiomobile, mentre si apprestava, insieme ad altro graduato, al controllo degli occupanti di una autovettura, veniva improvvisamente raggiunto da numerosi colpi d'arma da fuoco.
Benché gravemente ferito, ingaggiava con il malvivente una violenta colluttazione da cui desisteva quando, ormai privo di forze, si accasciava al suolo.
Splendido esempio di altissimo senso del dovere spinto sino all'estremo sacrificio. Soverato (Catanzaro), 20 agosto 1991".