Consumi: per crisi spesa famiglie -21 mld
La crisi economica ha indotto le famiglie italiane a 'tagliare' i consumi per un importo pari a 21,5 miliardi di euro. L'anno scorso, la spesa complessiva dei nuclei familiari del Paese è stata pari a poco più di 1.000 miliardi di euro, cifra che continua comunque ad essere la componente più importante del Pil nazionale (60,3%). Il dato è stato elaborato dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre.
Una Italia immobile, ferma sulle posizioni anche nel campo dei consumi. Nel 2018 la spesa mensile delle famiglie è stata di 2.571 euro con un flebile +0,3% sull’anno precedente. Dodici mesi prima la variazione era dell’1,6%. È un trend nell’ordine dei prefissi telefonici quello registrato dall’Istat e soprattutto lontano da quei 2.640 euro mensili del 2011.
Del resto in termini reali la spesa delle famiglie accusa un calo di quasi un punto, -0,9% per la precisione, dovuto all’inflazione che nel 2018 si è attestato sul +1,2%.
Si è interrotta così la moderata dinamica positiva registrata dal 2014 al 2017.
Uscendo dalla visione legata alle medie i dati Istat evidenziano che per una famiglia su due la spesa non ha superato i 2.153 euro, praticamente la stessa cifra dell’anno. In base alla distribuzione sul territorio i livelli di spesa più elevati si registrano nel Nord-Ovest (2.866 euro), nel Nord-Est (2.783) e nel Centro (2.723). Inferiori alla media nazionale i dati del Sud (2.087 euro) e nelle Isole (2.068 euro).
Poco più di un terzo della spesa (35,1%) è destinata all’abitazione e i nuclei che vivono in una casa in affitto destinano oltre un quinto del spesa al pagamento del canone seguito dalla spesa in prodotti alimentari (18%) e trasporti (11,4%). Nel dettaglio la voce abitazione ad assorbe in totale 903 euro includendo 589 euro di affitti, i generi alimentari e bevande analcoliche 462 euro (+5 euro) mentre i trasporti 292 euro. Guardando il carello della spesa cresce la voce carni (98 euro mensili, +4% di spesa rispetto all'anno precedente), i pesci e i prodotti ittici (41 euro mensili, +3,4% sul 2017) e per caffè, tè e cacao (15 euro, +5%). Diminuisce invece, con la trasformazione delle abitudini alimentari, la spesa per zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi (19 euro mensili, -2,6% sul 2017).
Per fare quadrare i conti la famiglia media risparmia sull’abbigliamento e le calzature, le vacanze e una su sei arriva a tagliare la spesa sanitaria. La spesa per visite mediche e accertamenti periodici è in larga misura incomprimibile, ma il 16,1% delle famiglie, tra quante nel 2017 sostenevano questa spesa, dichiara di aver speso meno, una quota che sale al 24,1% nel Mezzogiorno, quasi una su quattro. Solo il 6,1% dei nuclei dichiara di avere aumentato la spesa sanitaria.
Il Sud è stata la ripartizione geografica che ha registrato la riduzione più importante: dal 2007 al 2018 la spesa mensile media è scesa di di 131 euro (1.572 euro all'anno), quella del Nord di 78 euro (936 euro) e quella del Centro di 31 euro (372 euro. "I piccoli negozi e le botteghe artigiane - sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - faticano a lasciarsi alle spalle la crisi. Queste imprese vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie e sebbene negli ultimi anni ci sia stata una leggerissima ripresa i benefici di questa inversione di tendenza non si sentono".
La diffusione dei dati Istat ha scatenato il fronte politico. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, ha sottolineato che le famiglie pagano il conto delle politiche economiche di un governo sempre più scollegato dalla realtà e dai problemi concreti del Paese ricordando che «su tutto ciò incombe il maxi aumento dell'Iva per il 2020 che farebbe segnare un’ulteriore battuta d’arresto sui consumi e sulla crescita». In una nota Confesercenti sottolinea «come stimando che le famiglie spendono circa 840 euro l’anno in meno rispetto a otto anni fa, per circa 60 miliardi di euro l’anno di consumi in meno rispetto al 2011».