Una mattanza crudele e ingiustificata, quella che da diversi mesi affligge il comune catanzarese di Gimigliano e vede protagonisti cani e gatti, i quali vengono uccisi tramite l’avvelenamento in maniera quasi seriale. A denunciare l’accaduto è l’associazione animalista AIDAA, resasi conto delle innumerevoli segnalazioni che non si riducevano a pochi casi randomici. “Nessuno è intervenuto” dichiara l’associazione tramite un comunicato, facendo luce sulla gravità degli episodi e su come non sia plausibile chiudere gli occhi su un reato punibile penalmente dalla Legge italiana. “Abbiamo inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro affinché, una volta per tutte, prenda sul serio anche questi reati, che avvengono in tutta la provincia di Catanzaro con una frequenza impressionante” prosegue l’AIDAA, che prende posizione a tutela di tutti quei cittadini che hanno visto morire il proprio animale domestico e chiedono sia fatta giustizia.  L’avvelenamento di animali, infatti, è considerato dalla Legge italiana un crimine perseguibile penalmente dal Dicembre 2008. Ciò nonostante, in Calabria i dati che rilevano la presenza sul territorio di esche avvelenate, secondo l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, sono del 39% negli ultimi dieci anni. Una percentuale che dovrebbe far luce su come ancora non ci sia ancora una reale sensibilizzazione nei confronti degli animali e di come bisogna stare attenti a possibili situazioni di pericolo a cui i nostri amici a quattro zampe potrebbero incorrere.