" A Sanremo...addivi iamu?". Queste le parole dette dal boss Franco Presta all'uscita della questura di Cosenza nelle ore successive alla sua cattura. Presta, 52 anni, ritenuto dagli investigatori un killer feroce delle cosche della 'ndrangheta del Cosentino, fu arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Cosenza il 13 aprile del 2012  in un appartamento ad Arcavacata di  Rende. Il suo nome era inserito nell'elenco dei 100 ricercati piu' pericolosi d'Italia.


All'epoca dei fatti Presta era latitante, e per la sua cattura la sezione antimafia di Catanzaro ha riunito un pool di investigatori coordinati da Giuseppe Zanfini, attuale dirigente della Divisione Anticrimine della questura di Cosenza. 


Zanfini, spiega come la cattura di un latitante non è mai semplice, nel caso di Franco Presta è stato ancora più complesso,  visto il carattere schifo e per niente sotto i riflettori del boss. Prima di scovare l'uomo ci sono voluti sette mesi di indagini. 
Come il dottore Zanfini dichiara,  la chiave di volta è stata la moglie del latitante che dopo una serie di accertamenti, pedinamenti, ha condotto i poliziotti direttamente nel covo del boss.


Per raggiungerlo Damiana Pellegrino cambiava ripetutamente nel medesimo tragitto almeno tre o quattro auto per volta. Mezzi di proprietà dei sodali della  famiglia Presta o, spesso, noleggiati da concessionari totalmente ignari dell’uso a cui sarebbero stati destinati. Con queste modalità ogni cinque giorni circa, Damiana Pellegrino, senza nè bagagli nè cellulare, si trasferiva dal marito per rimanervi una settimana. Il 3 Aprile del 2012, nove giorni prima dell’arresto di Franco Presta, la donna uscita di casa a Spezzano Albanese, a bordo di una prima auto guidata dalla figlia, avrebbe percorso il tratto di strada che va da Spezzano a Castrovillari. La Pellegrino  anche in questo caso ha cambiato ripetutamente auto fino a giungere nel covo del marito. Le forze dell'ordine certi di dove si nascondesse Franco Presta il 13 aprile 2012 hanno fatto irruzione nell'appartamento trovandosi davanti Presta. 


L'atteggiamento del boss, come spiega lo stesso Zanfini nel momento in cui si è trovato le forze dell'ordine davanti a se  è stato di resa. Un particolare è stato quello che indossasse un giobbino anti proiettili. "Avevo paura mi sparassero" confessa Presta ai poliziotti.

" Franco Presta era noto alle forze dell'ordine già dagli anni novanti dall'allora operazione Visigoti, i capi di imputazione erano rapina e usura".  Cosi ci spiega Gabriele Presti Vice Questore aggiunto di Cosenza. 
Dopo il processo "Garden" considerata una pietra miliare della ricostruzione delle 'ndrine del territorio, Presta successivamente diventerà uno degli esponenti di spicco insieme ad Ettore Lanzino e Gianfranco Ruà.
A Franco Presta, come sottolinea lo stesso Gabiele Presti,  sono imputati gli omicidi  del boss Francesco Bruni detto “Bella-Bella” – compiuta il 29 luglio 1999 a pochi passi dal carcere di Cosenza, e  dell’agguato teso il 12 maggio del 2000 a Castrolibero, al vecchio “mammasantissima” Antonio Sena.