La società di consulenza EY, (Ernst & Young, network mondiale con oltre
284.000 dipendenti e 700 uffici in oltre 150 Paesi) incrociando gli
indicatori di resilienza del suo Smart City Index (fattori sanitari,
economici e sociali) con i dati del contagio Covid-19, ha analizzato quanto
i capoluoghi italiani sono pronti a ripartire e ad affrontare la fase 2
post emergenza. Secondo EY, più del 20% dei capoluoghi italiani non sarà in
condizione di ripartire immediatamente, ma farà molta fatica, perché non ha
le infrastrutture e le tecnologie adatte ad affrontare la complessità della
ripartenza. Sulla base della diffusione del contagio ad oggi, EY ha
classificato le città seguendo 4 cluster della ripartenza, facile, lenta,
frenata e critica: Ripartenza facile (basso contagio/buona resilienza):
sono le città (prevalentemente del Centro e del Sud) dove approfittare
della ripartenza è più facile, perché hanno le infrastrutture e le
tecnologie già pronte, e possono controllare meglio i pochi contagi sul
loro territorio. Tra queste: Cagliari, Bari e Lecce, ma anche alcune città
medie del centro-nord, come Siena, Pisa, Pordenone, Udine. In classifica
anche Cosenza, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari; Ripartenza lenta (basso
contagio/scarsa resilienza): sono città dove la ripartenza potrebbe
avvenire assai presto, dato il basso livello di contagio, ma più
lentamente, perché le loro infrastrutture di mobilità e comunicazione non
sono di livello elevato e non consentono grandi prestazioni. Molte del Sud:
Caltanissetta, Caserta, Crotone, ma anche alcune del Centro Italia come
Viterbo e L’Aquila. In classifica anche Prato, Roma, Napoli, Catania e
Palermo; Ripartenza frenata (alto contagio/buona resilienza): sono le città
del Nord tradizionalmente “smart”, come Milano, Bergamo, Brescia, Piacenza,
ecc., che, pur avendo sistemi di mobilità, reti TLC e reti di sensori molto
avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio
(spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di
medici di base sul territorio). In classifica anche Venezia, Torino,
Firenze, Genova, Parma, Bologna, Padova, Pavia e Trento; Ripartenza critica
(alto contagio/scarsa resilienza): sono le città dove la ripartenza appare
più critica, perché accanto a situazioni di contagio molto elevate si
abbinano livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco
capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture TLC, pochi
sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo
dove raccogliere i dati). Sono città come Cremona, Lodi, Lecco,
Alessandria, Verbania, raramente ai primi posti nelle classifiche di smart
city italiane, dove sembrano mancare le leve delle infrastrutture moderne e
delle tecnologie avanzate per potersi risollevare prontamente. In
classifica anche Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.

Fonte: Forbes.it
elaborato da "Staff"