Cobas: il sindaco di Rende chiude i call center, gli altri si adeguino
Riceviamo e pubblichiamo
E’ di poche ore fa la notizia che il sindaco di Rende, Marcello Manna, ha emanato un’ordinanza che dispone la chiusura immediata dei tanti call-center presenti sul territorio comunale in quanto eroganti servizi non essenziali. Esprimiamo il nostro più sincero apprezzamento per la decisione presa e crediamo che vada nella giusta direzione di ridurre il contagio attraverso la riduzione di tutte le occasioni di contatto non necessarie. Ora però è necessario vigilare perché venga pienamente applicata senza dare spazio ai soliti escamotage aziendali!
Lo abbiamo iniziato a dire apertamente da domenica 8/3/2020, quando abbiamo inviato un comunicato ad aziende e stampa locale informando delle nostre preoccupazioni circa la naturale predisposizione dei nostri ambienti di lavoro al contagio di virus e malattie, e la grave ricaduta che ciò avrebbe creato sul sistema sanitario locale già al collasso, richiedendo infine la chiusura di tutti i siti come scelta di più saggia. Ci preoccupa il fatto che un focolaio in un call center possa mettere a repentaglio l’intera popolazione regionale a rischio, viste le caratteristiche sociali e di mobilità delle diverse migliaia di lavoratrici e lavoratori dell’area urbana e della regione. Preoccupazioni confermate ieri dal caso dei nuovi focolai di Covid19 in Corea del Sud, riportati anche dalla stampa italiana. Focolai nati in due call center con circa 250 lavoratori (da noi ci sono anche sale per 400!!!) ma che rischiano di far crescere di nuovo la curva del contagio nel paese asiatico e in città come Seul, con una popolazione ben più numerosa che l’intera Calabria.
E nonostante le aspettative per il decreto di questa notte, questa mattina tutti i call-center erano aperti e operativi (oltre a fabbriche, magazzini e molto altro). In migliaia aspettavamo questo momento, per tirare un sospiro di sollievo, perché le vite delle persone anziane e con malattie croniche, la salute nostra e delle nostre comunità, vale molto di più del fatturato delle aziende o del PIL . Sembra un’ovvietà ma nel mondo capovolto in cui si taglia alla sanità e si investe in aerei militari è doveroso gridarlo il più possibile.
L’ultimo decreto, inoltre, con la sua vaghezza riguardo al blocco delle attività produttive e a ciò che è o meno essenziale, sta mettendo in moto la rabbia di milioni e milioni di lavoratrici e lavoratori che si sentono traditi, usati ed esposti a rischi inutili se non per garantire PIL e fatturati, invece che esigenze vitali o beni essenziali. Gli stessi lavoratori e lavoratrici che vengono quotidianamente trattati come stracci con contratti precari, crisi aziendali, lavoro in appalto, contratti farlocco, incidenti sul lavoro spesso mortali, etc etc
Invitiamo tutti gli altri Comuni e Istituzioni Regionali ad adottare provvedimenti analoghi nel più breve tempo possibile! Dopo potrebbe essere troppo tardi!
Invitiamo gli Outsourcer e le grandi multinazionali o enti statali che stanno a capo della filiera dei call-center a mettersi una mano sul cuore e a velocizzare oltremodo l’implementazione del telelavoro in quanto unica possibile soluzione per lavorare in sicurezza in questo momento così delicato!
Crediamo infine che nessun lavoratore (determinato, intederminato, atipico, autonomo, interinale, etc..P.IVA, nessuno!) debba perdere un solo euro. I nostri salari sono già fra i più bassi d’Europa e non è giusto che a pagare siano sempre le fasce più deboli!
Diffideremo tutte le aziende in cui siamo presenti dal sospendere la retribuzione dei dipendenti.
LE PERSONE PRIMA DEI PROFITTI!
COBAS TELECOMUNICAZIONI COSENZA
COBAS DEL LAVORO PRIVATO – Esecutivo Provinciale Cosenza